Giulio Einaudi editore

Il cappello di Vermeer

Il Seicento e la nascita del mondo globalizzato
Il cappello di Vermeer
Il Seicento e la nascita del mondo globalizzato
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Dietro all'enigmatico titolo di questo libro si celano otto storie affascinanti, otto viaggi intorno al mondo intrapresi a partire da sette quadri (cinque di Vermeer, uno di Hendrik van der Burch e uno di Leonaert Bramer) e da un piatto di ceramica del Museo di Delft. A un primo sguardo, queste opere d'arte raffigurano soltanto intimità domestiche, in realtà possono raccontare anche gli avventurosi viaggi che misero in contatto l'Olanda del secolo d'oro con le terre d'Oltremare, mostrandoci l'entità degli scambi culturali e commerciali tra Oriente e Occidente, che segnano l'inizio della nostra epoca globale.

2015
Saggi
pp. 296
€ 30,00
ISBN 9788806224462
Traduzione di

Il libro

Timothy Brook ci invita a leggere in modo diverso le opere di Vermeer, non come farebbe uno studioso d’arte, attento all’uso della luce e dei colori, bensí come uno storico che attira la nostra attenzione su un dettaglio, un oggetto, una figura per poi allargare lo sguardo sul vasto e mutevole mondo del XVII secolo. Cosí, la ciotola con della frutta rovesciata su un tappeto turco che vediamo in Donna che legge una lettera ci trasporta verso le rotte commerciali dell’ambita porcellana bianca e blu cinese; mentre il sontuoso cappello del galante Ufficiale e ragazza che ride ci conduce in Canada, dove gli esploratori europei ottenevano dai nativi americani pelli di castoro in cambio di armi. Quelle pelli finanziarono i viaggi dei marinai che cercavano nuove rotte per la Cina. E proprio lí, con l’argento estratto in Perú, gli europei comprarono in gran quantità quelle porcellane che tante volte compaiono nei quadri della pittura olandese dell’epoca. Come scrisse Cartesio, nel Seicento Amsterdam era «un inventario del possibile». Questo libro illustra nei dettagli la ricchezza e le implicazioni di tale inventario, dimostrando come il fatto di avere a disposizione «tutte le merci e le cose curiose desiderabili» abbia ridisegnato il mondo moderno fino a prefigurare il nostro.

«Cosa vediamo? Un soldato vestito in modo vistoso con una tunica color rosso scarlatto, di una grandezza esagerata, che corteggia una bellissima ragazza. Anche se potrebbe sembrare molto particolare, il contenuto della scena rappresenta efficacemente l’epoca in cui Vermeer lo dipinse, visto che mostra quelle che erano, in generale, le regole alle quali gli uomini dovevano attenersi per corteggiare le giovani della buona società olandese intorno alla fine degli anni Cinquanta del Seicento. Pochi decenni prima, gli ufficiali non avevano occasione di intrattenersi a parlare, in questo modo, con donne dell’alta società. I costumi dell’epoca non tolleravano che lo spasimante e la corteggiata si incontrassero in un luogo privato. Ai tempi di Vermeer le regole del corteggiamento mutarono, almeno nelle città olandesi. Le belle maniere sostituiscono l’audacia e la risolutezza militari come armi vincenti per conquistare una ragazza. La galanteria è ora la “moneta” con la quale si conquista una donna, e l’ambiente domestico il nuovo “teatro” in cui si mette in scena la tensione fra i sessi … Per i soldati che presero parte alla lunga guerra di indipendenza contro la Spagna le donne potevano essere semplicemente un “bottino di guerra”, ma quel tempo era finito. Forse è per questo che nel dipinto Vermeer appende La nuova topografia esatta dell’Olanda e della Frisia sulla parete dietro all’ufficiale e alla ragazza … La “porta” che attraversiamo in questo dipinto, tuttavia, non ha a che fare con la mappa, ma con il cappello, grazie al quale percorriamo un corridoio che ci conduce in un altro mondo, in un luogo chiamato Crown Point sul lago Champlain nella mattina del 30 luglio 1609».

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