Giulio Einaudi editore

Lo studio d’artista

Una storia culturale
Lo studio d’artista
Una storia culturale
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Con 114 illustrazioni a colori.

Lo studio dell'artista è sempre stato un luogo immaginario e allo stesso tempo reale; un'utopia idealizzata, cosí come uno spazio sporco, caotico, perfetta esemplificazione visiva di un lavoro tormentoso, folle e massacrante. Questa storia culturale ricostruisce le diverse dimensioni mitologiche e reali dello spazio creativo dall'antica Grecia ai giorni nostri, attraverso testimonianze scritte e una straordinaria documentazione visiva che va dalla ceramica dipinta alla fotografia.

2022
Saggi
pp. 288
€ 36,00
ISBN 9788806254353

Il libro

Tracciando una storia che si estende ben oltre il culto rinascimentale, romantico e bohémien dell’artista, ogni capitolo si concentra sui momenti essenziali della trasformazione dello spazio di lavoro, illustrata da numerose immagini, alcune celeberrime, altre sorprendenti. Attraverso uno specchio del tutto particolare, il lettore penetrerà cosí nella dimensione creativa di artisti diversi come Leonardo da Vinci, Artemisia Gentileschi, Rosa Bonheur, Claude Monet e Diego Rivera; passando dai miniaturisti a Bernini, Velázquez e Courbet, e da Van Gogh a Pollock, Warhol e Kiefer; ma si imbatterà anche in dilettanti e artigiani, e vasai, fabbri, tessitori, ricamatori, figure troppo spesso espunte dalle storie dell’arte. In tal modo, James Hall inserisce lo studio d’artista in un piú ampio e complesso contesto culturale, politico e sociale, con l’intento di correggere lo squilibrio storico che a lungo ha enfatizzato la dimensione individualistica del genio creatore al lavoro. Il saggio prende in considerazione anche il museo e la casa dell’artista, la pittura «en plein air» e lo sviluppo degli studi portatili e mobili. La bellezza delle illustrazioni e la qualità del racconto consentono al lettore di rivivere immagini, suoni e odori di questo spazio creativo assolutamente particolare.

«Guardare l’artista mentre lavora e imparare a disegnare o dipingere divenne un passatempo popolare nel XVII secolo, tra le donne come tra gli uomini. A Bologna, una città nota per le artiste, Elisabetta Sirani fu una delle piú abili. Le donne divennero importanti creatrici di tendenze. A Parigi, Bernini rimase sorpreso dal fatto che cosí tante cortigiane si recassero a visitarlo. Inoltre criticò la sontuosa decorazione della camera da letto di Luigi XIV per il carattere eccessivamente femminile, che il suo accompagnatore attribuiva alla madre del re. L’allegoria della Pittura di Vermeer sembra sguazzare in un gusto altrettanto “femminile”. Ritrattisti come Velázquez accrebbero l’effetto spettacolare dello studio collocando degli specchi alle loro spalle mentre lavoravano, in modo che i modelli potessero vedersi accanto all’immagine che emergeva sulla tela. Questa moda coincise con la crescente disponibilità di grandi specchi e l’ascesa della scienza sperimentale. La casa-studio-museo dell’architetto John Soane, piena di specchi e di un’enorme collezione, è un illustre esempio di un nuovo fenomeno: la casa dell’artista come spazio pubblico, dove il genio si presenta ai posteri».

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