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Bestiari Medievali
Le opere qui raccolte rappresentano le tessere fondamentali dell'affascinante, folta ed eterogenea letteratura dei bestiari, come della sua evoluzione e fortuna.
Il libro
Sintesi delle conoscenze scientifico-naturalistiche del loro tempo e insieme manuali di dottrina cristiana, i bestiari discendono, in configurazioni via via piu ampie, dal Phisiologus greco, il celebre repertorio (composto probabilmente ad Alessandria d’Egitto nel II secolo d. C.), corredato di interpretazioni allegoriche o morali, delle proprietà e dei comportamenti, immaginari o reali, di una quarantina di animali favolosi, esotici o comuni. Si manifesta in questi testi la concezione cristiana del mondo come «foresta di simboli», in cui le realtà visibili sono prima di tutto riflesso di quelle invisibili, metafore della verità rivelata. Scritto dalla mano divina, il libro della natura, come la Bibbia, nasconde infatti dietro un senso «letterale» significati piú profondi, da individuare con l’ausilio di specifiche conoscenze e con le stesse tecniche richieste per la corretta interpretazione delle Scritture. E i bestiari si propongono appunto come vere e proprie guide alla comprensione del significato riposto del regno animale, nonché come strumenti utili all’esegesi delle numerose immagini zoologiche presenti nei testi sacri. La scelta degli animali e delle loro proprietà, regolata e giustificata dalla ricerca di una precisa corrispondenza tra materiali descrittivi e verità mistiche o morali, prescinde dalla veridicità o anche dalla verosimiglianza del dato naturalistico, favorendo, per contro, la presenza, e lo sviluppo, dell’immaginario, del fantastico, del bizzarro. Dell’affascinante, folta ed eterogenea letteratura dei bestiari, come della sua evoluzione e fortuna, le opere qui raccolte rappresentano le tessere fondamentali: la piú influente traduzione latina del Physiologus, la cristallizzazione dei dati tradizionali nei primi volgarizzamenti francesi, il passaggio dal bestiario «divino» a quello amoroso nell’ originale applicazione erotica attuata da Richart de Fornival, e infine la produzione italiana, contraddistinta da una notevole varietà contenutistica e formale, che talvolta sconfina (Mare amoroso, Acerba) nella dissoluzione del «genere» e nel semplice riuso dei materiali «fisiologici», inesauribile repertorio di immagini e di emblemi per la letteratura e per l’arte.