Giulio Einaudi editore

Le canzoni dell’aglio

Le canzoni dell’aglio
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Costretti a coltivare aglio da una stolta pianificazione agricola, ridotti alla fame dalla corruzione dei funzionari di Partito, i contadini di Tiantang (Paradiso, in cinese) si ribellano. Tra di loro ci sono anche Gao Ma e Jinju, che si amano ma devono combattere contro usanze antiche, teoricamente abolite dalla legge, come il matrimonio combinato. Un grido di vendetta contro la ferocia e l'ottusità del potere, per un romanzo che ha il passo grandioso dell'epica.

2014
Supercoralli
pp. 364
€ 22,00
ISBN 9788806218546
Traduzione di

Il libro

«Mo Yan descrive con grande tensione narrativa la lotta del singolo contro l’arbitrio dello Stato nella Cina contemporanea. La forza del romanzo sta nella miscela di amaro realismo e poesia».
«Der Spiegel»

***

Nella provincia dello Shandong, in un luogo di fantasia chiamato ironicamente Tiantang, ossia Paradiso, i contadini si ribellano, prendono d’assalto la sede del distretto, irrompono negli uffici, lanciano dalla finestra i vasi di fiori e l’acquario che abbelliscono l’arredamento del capo, danno fuoco ai documenti, alle tende, ai mobili. L’esasperazione che li ha scatenati nasce dall’indifferenza e dagli abusi dei dirigenti del Partito che, dopo averli spinti a coltivare esclusivamente aglio a scapito di altre colture tradizionali, si mostrano poi incapaci di acquistarlo e, soprattutto, di trovare una soluzione per uscire dalla crisi che sia «dalla parte del popolo»; anzi, riattivano vecchi comportamenti di sfruttamento feudale. L’aglio che marcisce invenduto sotto i cocenti raggi del sole esala un tanfo di putrefazione che avvolge tutto il romanzo, come una grande metafora. Alla vicenda politica (realmente accaduta), si accompagna quella privata dell’infelice amore fra Gao Ma e Jinju, che è stata promessa in sposa a un uomo anziano e malato per permettere a suo fratello maggiore, che è zoppo, di trovare a sua volta una moglie. Gao Ma si ribella a questa usanza e non avendo ottenuto il sostegno delle autorità preposte a far rispettare la legge, che proibisce i matrimoni combinati, fugge insieme a Jinju per rifarsi una vita in un’altra provincia. A fare da cornice alla narrazione sono le canzoni del cieco Zhang Kou, il cantastorie locale, che aprono ciascun capitolo seguendo le usanze della letteratura popolare e traducono in parole e musica una coscienza collettiva altrimenti inespressa. Ambientato nel 1987 nel periodo della demaoizzazione, il romanzo descrive il momento in cui la politica delle riforme di Deng Xiaoping subisce una battuta d’arresto: la disciplina del Partito si è allentata, la corruzione dilaga, il sogno di una vita migliore che sembrava dietro l’angolo si rivela un incubo. La glasnost politica, iniziata dal segretario del Partito Hu Yaobang, contro la corruzione e per la democrazia, si concluderà tragicamente con la repressione del 4 giugno 1989. Anche la rivolta descritta nel romanzo sarà brutalmente repressa, e alla fine resterà soltanto la lingua protocollare della ritualistica di Partito a decretare la verità dei fatti avvenuti.

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