Giulio Einaudi editore

La comparsa

«La comparsa non è una sinfonia, ma un delicato concerto in tre movimenti. Il primo, allegro grazioso, è una vitale e sottile presentazione della protagonista, Noga. Il secondo, il confronto con la madre e l'ex marito, un tormentato andante. La conclusione è vivace ma anche dolce e sognante».
Dan Miron, Columbia University

2015
eBook
pp. 272
€ 7,99
ISBN 9788858420836
Traduzione di

Il libro

Noga suona l’arpa, uno strumento discreto, quasi defilato, che pure, con la sua musica dolce, sostiene tutta l’orchestra. Adesso è tornata a Gerusalemme per prendersi cura della casa in cui è nata. Ma molte cose sono cambiate negli anni in cui è stata via: ci sono nuovi abitanti nel quartiere, il padre è morto, il marito l’ha lasciata dopo che lei ha deciso di non avere figli. Ma una donna è tale solo se è madre? Noga è una creatura forte e fragile, come forte e fragile è l’umano di fronte alla vita. Noga è soprattutto uno dei personaggi piú complessi, umani, semplicemente indimenticabili della letteratura di Abraham B. Yehoshua.

Noga è una musicista, le sue dita sapienti e affusolate sono abituate a sfiorare le corde dell’arpa e a farne melodia. Ma adesso è lontana dal suo amato strumento, è lontana dalla musica, è lontana dalla vita che si è costruita in Olanda: è dovuta tornare a Gerusalemme, dopo molti anni che l’aveva lasciata, per prendersi cura dell’appartamento dove è cresciuta. L’anziana madre, infatti, sta trascorrendo alcuni «giorni di prova» in una casa di riposo a Tel Aviv: per delle oscure clausole contrattuali l’appartamento non può restare disabitato, nemmeno per un breve periodo. Molte cose sono cambiate da quando Noga era giovane. Il quartiere «si sta tingendo di nero»: i vecchi abitanti hanno lasciato il posto a una sempre piú nutrita comunità di ebrei ultraortodossi con le loro tradizionali vesti nere. A cominciare da due bambini che continuano a intrufolarsi in casa della madre per guardare la televisione (attività proibita dalle loro famiglie). Ma anche Noga è cambiata. Ad esempio non è piú sposata dopo che il marito l’ha abbandonata perché lei si rifiutava di avere un figlio. Per passare il tempo e guadagnare un po’ di soldi – tanto piú che il soggiorno israeliano la costringe a saltare molti concerti – Noga inizia a fare la comparsa nei film e negli sceneggiati che si girano in città. Ma quella inattività «forzata» fa nascere in lei un dubbio fastidioso e dolente: che Noga sia ormai una comparsa nella sua stessa vita.
Il tormento di Noga, il conflitto che vive tra ricerca della felicità e aspettative sociali, tra il proprio desiderio e quello altrui, ne fanno uno dei piú potenti e sfaccettati ritratti di donna degli ultimi anni.