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23 aprile 2024
Rossana Rossanda
Roma - Convegno "Rossana per noi - I cento anni di Rossana Rossanda", dalle ore 9.30 alle ore 14.00 presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato (Corso Rinascimento, 5). Intervengono Doriana Ricci, Giulia Albanese, Michele Di Sivo e Mario Pianta. Partecipano Etienne Balibar (in video), Carla Busato Barbaglio, Fabrizio Barca, Alessandro Barile, Maria Luisa Boccia, Lidia Campagnano, Loris Campetti, Roberta Carlini, Luciana Castellina, Mariuccia Ciotta, Francesco De Cristofaro, Pietro de Gennaro, Alisa Del Re, Tommaso Di Francesco, Rita Di Leo, Ida Dominijanni, Maria Fancelli, Luigi Ferrajoli, Manuela Fraire, Ernesto Franco, Nadia Fusini, Chiara Giorgi, Peter Kammerer, Lea Melandri, Franco Moretti, Carla Mosca, Anna Pizzo, Gabriele Polo, Gianni Riotta, Massimo Serafini, Roberto Silvestri, Pierluigi Sullo, Domenico Starnone, Sandra Teroni, Emanuela Turchetti, Marina Turi, Paolo Virno, Grazia Volo e Margarethe Von Trotta.
La ragazza del secolo scorso
Il libro
«Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è attorno: perché sei stata comunista? perché dici di esserlo? che intendi? senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? è una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? Ogni tanto qualcuno mi ferma con gentilezza: “Lei è stata un mito!” Ma chi vuol essere un mito? Non io. I miti sono una proiezione altrui, io non c’entro. Mi imbarazza. Non sono onorevolmente inchiodata in una lapide, fuori del mondo e del tempo. Resto alle prese con tutti e due. Ma la domanda mi interpella.
La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così malamente che è impossibile non porsela. Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comunista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: “In questo o in quello non c’entro”. Comincio dall’interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi.
Dopo oltre mezzo secolo attraversato correndo, inciampando, ricominciando a correre con qualche livido in più, la memoria è reumatica. Non l’ho coltivata, ne conosco l’indulgenza e le trappole. Anche quelle di darle una forma. Ma memoria e forma sono anch’esse un fatto tra i fatti. Né meno né più».
Rossana Rossanda