Giulio Einaudi editore

Mia suocera beve

Mia suocera beve
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Ti fa ridere proprio tanto, e non sempre sai perché.
Certo, è simpatico, ma il punto è che ti pare scemo e geniale, leggero e profondo ogni volta che parla portandoti dove vuole. E trascinandoti in un vortice di pensieri bislacchi che vanno e vengono dalla sua testa alla tua con assoluta naturalezza, spiazzandoti.
Alla fine gli vuoi bene davvero, a Vincenzo Malinconico, avvocato d'insuccesso: «un uomo che sposerei non una ma due volte, sbagliando tutt'e due», ha detto qualcuna.
Dall'autore di Non avevo capito niente, un altro pirotecnico romanzo costruito intorno alle divagazioni di un personaggio irresistibile.

2010
I coralli
pp. 340
€ 18,00
ISBN 9788806201296

Il libro

Vincenzo Malinconico è un avvocato semi disoccupato, semi divorziato, semi felice. Ma soprattutto è un grandioso filosofo autodidatta, uno che mentre vive pensa, si distrae, insegue un’idea da niente facendola lievitare. E di deriva in deriva va lontano, con l’aria di sparare sciocchezze dice cose grosse sull’amore, la giustizia, il senso della vita.
Intorno a lui capitano eventi straordinari, ma più straordinari ancora sono i pensieri stravaganti e fuori luogo di cui ci mette a parte in tempo reale, facendoci ridere e riflettere, trascinandoci nella sua testa sgangherata e bellissima.
Al centro del romanzo questa volta c’è un sequestro di persona ripreso in diretta dalle telecamere di un supermercato. Ad averlo studiato ed eseguito è il mite ingegnere informatico che ha progettato il sistema di videosorveglianza. Il sequestrato è un boss della camorra che l’ingegnere considera responsabile della morte accidentale del suo unico figlio.
Il piano è d’impressionante efficacia: all’arrivo della televisione, l’ingegnere intende raccontare il suo dramma e processare in diretta il boss. La scena del sequestro diventa cosí il set di un tragicomico reality, con la folla e le forze dell’ordine che assistono impotenti allo «spettacolo».
La sola speranza d’impedire la tragedia è affidata, manco a dirlo, all’avvocato Vincenzo Malinconico, che l’ingegnere incontra casualmente nel supermercato e «nomina» difensore d’ufficio.
Malinconico, con la sua proverbiale irresolutezza, il suo naturale senso del ridicolo, la sua insopprimibile tendenza a rimuginare, uscire fuori tema, trovare il comico nel tragico, il suo riepilogare e riscrivere gli eventi recenti della sua vita privata (la crisi sentimentale con Alessandra Persiano, le incomprensioni dell’ex moglie e dei due figli, l’improvvisa malattia dell’ex suocera), riuscirà a sabotare il piano dell’ingegnere e forse anche quel gran pasticcio che è la sua vita.