Giulio Einaudi editore
Copertina del libro Manfredi di George Gordon Byron
Manfredi
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Scritto nella stessa notte che portò Mary Shelley alla stesura di Frankenstein, Manfredi è uno dei vertici dell'opera di Byron. Giorgio Manganelli si dimostra traduttore particolarmente adatto a rendere le atmosfere gotiche del poema byroniano.

2000
Collezione di teatro
pp. 83
€ 8,26
ISBN 9788806145903
A cura di
Traduzione di

Il libro

George Gordon Byron è una delle figure centrali del romanticismo inglese. Manfredi, scritto nel 1817 a partire da una scommessa con Shelley, sua moglie Mary e il medico Polidori su chi sarebbe riuscito a comporre il racconto più gotico (che portò alla scrittura di Frankenstein e Il vampiro), è uno dei vertici della sua opera ed è il frutto più maturo della passione per il teatro degli scrittori romantici. Il protagonista del poema drammatico, concepito più per la lettura che non per la recitazione, il negromante e filosofo Manfred, lotta contro le forze della natura e contro gli spiriti, ma la sua battaglia è vana e l’inizio stesso dell’opera coincide con la percezione di una tragedia senza rimedio. L’opera suscitò nell’Ottocento gli entusiasmi di Robert Schumann, che la musicò, e di Caikovskij, che ne trasse materiale per un poema sinfonico; più recentemente, alla fine degli anni Settanta, Carmelo Bene ne diede una versione memorabile in forma di concerto. La bella versione di Giorgio Manganelli, autore centrale del secondo Novecento e studioso e traduttore di numerose opere della letteratura inglese, è firmata da uno scrittore come pochi consanguineo del cocktail di demoniaco e grottesco proprio del poema byroniano, e venne realizzata per il Teatro dell’Opera di Roma nel 1966, in occasione di una versione scenica del lavoro di Schumann firmata da Mauro Bolognini e interpretata da Enrico Maria Salerno, che sarebbe poi stata riproposta più volte.

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