Giulio Einaudi editore

Suoni fragili e selvaggi

Meraviglie acustiche, evoluzione creativa e crisi sensoriale
Suoni fragili e selvaggi
Meraviglie acustiche, evoluzione creativa e crisi sensoriale
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Viviamo su un pianeta animato da canti, musiche e parole. David George Haskell esplora come sono nate tutte queste meraviglie sonore. Dalle foreste pluviali vibranti di suoni di insetti e dalle paludi percorse dai ritmici richiami delle rane impariamo a conoscere i poteri creativi dell'evoluzione. Dagli uccelli delle Montagne Rocciose del Colorado a quelli delle strade di Parigi, scopriamo come gli animali apprendano i loro canti e si adattino ai nuovi ambienti. Sotto le onde del mare, cogliamo la nostra parentela con gamberi, delfini e balene. Nelle mutevoli vibrazioni sonore degli animali dei diversi continenti, sperimentiamo l'eredità della tettonica delle placche, la storia piú remota degli animali e dei loro spostamenti intorno al mondo e le bizzarrie dell'estetica evolutiva.

2023
Saggi
pp. 456
€ 34,00
ISBN 9788806253028
Traduzione di

Il libro

A partire dalle origini del canto animale e attraversando l’intero arco della storia della Terra, Haskell illumina e celebra la graduale comparsa dei vari suoni nel mondo. Cosí, dai flauti d’avorio di mammut delle caverne del Paleolitico, dai violini delle moderne sale da concerto o dalle registrazioni che ascoltiamo con gli auricolari, apprendiamo che musica e linguaggi umani appartengono alla stessa storia ecologica ed evolutiva del pianeta. Noi uomini produciamo musica, ma siamo anche dei distruttori che soffocano o mettono a tacere molti suoni della Terra. Haskell ci accompagna nelle foreste minacciate, negli oceani sconvolti dai sonar e dai rumori prodotti dalle navi e per le strade caotiche delle città per dimostrare che l’estinzione di alcuni suoni non comporta solo la perdita di meri ornamenti sensoriali. Il suono è una forza generativa, e quindi la cancellazione delle diversità sonore rende il mondo meno creativo, meno giusto e meno bello. Suoni fragili e selvaggi è un invito ad ascoltare, meravigliarsi, agire.

«Nascendo, ripercorriamo d’un colpo 400 milioni di anni di evoluzione. Da creature acquatiche ci trasformiamo in abitanti dell’aria e della terra. Annaspiamo, ingoiando gas alieno in polmoni fino a un momento prima colmi di oceano tiepido e salato. Gli occhi passano dal lucore fioco e rossastro delle profondità marine a scorgere una luce accecante. Il gelo dell’evaporazione fa rabbrividire la pelle che si va asciugando. Come potremmo non piangere? Cos’altro ci resta se non dimenticare, seppellendo il ricordo nel subconscio? La nostra prima e unica esperienza del suono prima della nascita è stata il brusio e il palpito di un bozzolo acquoreo. Erano la voce di nostra madre, l’afflusso del suo sangue, il respiro che riempiva i polmoni, i trambusti della digestione a raggiungerci. Piú deboli filtravano le voci del mondo esterno, da luoghi inimmaginabili per il nostro cervello in gran parte ancora informe. Fluidi e tessuti corporei attutivano i toni alti, perciò le nostre prime percezioni sonore sono state note basse e spesso ritmiche, secondo le pulsazioni e i movimenti del corpo materno».

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