Giulio Einaudi editore

L’eroe discreto

Felícito crede di battersi contro la mafia locale. Rigoberto ha fatto una promessa a un amico e ora deve proteggerne la vedova. La storia di due uomini con una precisa idea dell'onore e dell'onestà, alle prese con l'ingratitudine dei figli e una terra piena di poesia e contraddizioni.

Dal Premio Nobel per la Letteratura, un romanzo magistrale e avvincente che segna il ritorno dello scrittore alla sua terra e ai suoi temi piú cari.

2013
Supercoralli
pp. 392
€ 21,00
ISBN 9788806217891
Traduzione di

Il libro

Quando riceve una lettera di minaccia con un ragnetto al posto della firma, Felícito Yanaqué non perde tempo e va alla polizia di Piura a sporgere denuncia. È proprietario di una ditta di trasporti, ha una moglie, due figli, e una giovane amante di nome Mabel: ha faticato troppo per lasciare che qualcuno gli porti via tutto e, soprattutto, se c’è qualcosa che lo spaventa non sono certo i ricatti, ma il disonore, piuttosto. A Lima, intanto, Rigoberto, a un passo dalla pensione, viene chiamato a fare da testimone a Ismael, il suo datore di lavoro che sposerà in gran segreto la domestica Armida, per impedire che il suo patrimonio venga dilapidato dai figli. Al ritorno dal viaggio di nozze, però, Ismael muore e Armida, spaventata dalle pressioni degli eredi, scappa a Piura, dalla sorella. Sta a Rigoberto mantenere la promessa fatta da testimone e sistemare la faccenda. Due storie dall’incastro perfetto, con dialoghi leggeri e gustosi, in cui si riaffacciano personaggi memorabili che il lettore riconoscerà senz’altro (il sergente Lituma de La casa verde o Rigoberto di Elogio della matrigna), e in cui Mario Vargas Llosa ritorna al suo Perú, terra di segreti e scontri tra generazioni, di poesia e di miseria, con un romanzo avvincente che straripa di maestria narrativa e – come disse Cortázar – di «un lusso romanzesco che induce uno stato prossimo all’ipnosi».

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«Ci sono scrittori che ci cambiano la vita, perché ci aprono gli occhi, il cuore, la mente: Vargas Llosa è uno di questi».

Claudio Magris