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Zuckerman scatenato
Nathan Zuckerman ha pubblicato un libro che lo ha reso ricco e famoso, ma la sua vita è nel caos.
Cosa vuole da lui la gente che lo riconosce per strada, che gli telefona e gli scrive, chiedendo favori o consigli, offrendo aiuto o minacciando addirittura di rapire sua madre?
Le catene da cui credeva di essersi liberato continuano a tormentarlo, e mentre lui cerca
di dimostrare di essere una persona responsabile e virtuosa, tutti lo scambiano per l'eroe
perverso e «scatenato» del suo libro.
Il libro
Dopo la prima apparizione come giovane romanziere nello Scrittore fantasma, ritroviamo Nathan Zuckerman alla fine degli anni Sessanta, divorziato, ricco, e molto, molto inquieto. Nathan ha pubblicato un libro scandaloso che gli ha fruttato un milione di dollari, ma la sua vita è nel caos. Non soltanto gli ammiratori lo chiamano Gilbert Carnovsky, confondendolo con l’eroe perverso del suo libro; non soltanto la gente gli chiede, strizzando l’occhio, se tutto quello che racconta è autobiografico; non soltanto la sua segreteria telefonica e la sua posta sono inondati dai messaggi di persone che gli chiedono favori, gli danno consigli, lo ammoniscono, lo minacciano.
Sono gli anni degli assassinii di Robert Kennedy e di Martin Luther King, e Zuckerman, incapace di godersi il successo, conduce quasi una vita da recluso, temendo che qualcuno, dopo averlo etichettato come «nemico degli ebrei», decida di passare alle vie di fatto. Invece di cercare sostegno presso la famiglia e gli amici, rompe con tutti. Abbandona Laura, la moglie virtuosa che si batte per gli obiettori di coscienza del Vietnam, perché lei lo fa piangere dalla noia. Litiga con il fratello che gli rimprovera di essere un irresponsabile egoista e di aver rovinato la vita ai vecchi genitori.
In bilico tra i miti di Edipo e Prometeo, Roth disegna una moderna parabola tragicomica intorno alle punizioni che l’uomo «scatenato» si infligge praticamente da solo. E le catene sono quelle di sempre: il ricatto degli affetti famigliari e la legge della rettitudine morale.