Giulio Einaudi editore

La casa degli incontri

Copertina del libro La casa degli incontri di Martin Amis
La casa degli incontri
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Nel campo di lavoro di Norlag c'era un edificio riservato alle visite coniugali: lo chiamavano «la casa degli incontri». Donne coraggiose e disperate coprivano distanze continentali, in viaggi che duravano settimane se non mesi, solo per poter passare una notte con il loro compagno internato nel gulag. Ma le conseguenze di questi incontri erano spesso fatalmente tragiche.

2010
eBook
pp. 224
€ 7,99
ISBN 9788858403020
Traduzione di

Il libro

«Probabilmente è il romanzo migliore di Amis. Un’opera spietata e commovente: è come un treno lanciato a folle velocità nel cuore di tenebra dei gulag sovietici».

The New York Times

Nel campo di lavoro di Norlag c’era un edificio riservato alle visite coniugali: lo chiamavano «la casa degli incontri». Donne coraggiose e disperate coprivano distanze continentali, in viaggi che duravano settimane se non mesi, solo per poter passare una notte con il loro compagno internato nel gulag. Ma le conseguenze di questi incontri erano spesso fatalmente tragiche.
Sarà così anche per due fratelli innamorati della stessa donna, divisi da un conflitto che neanche la prigionia riuscirà a sanare, un risentimento che si proietta oltre la morte dei protagonisti e si riflette nel declino di un’intera nazione.

Il protagonista di questa bruciante confessione non può proprio definirsi un eroe: è un uomo istintivo e violento, che durante la Seconda Guerra Mondiale «si è fatto strada in quella che sarebbe stata chiamata Germania Est a suon di stupri», ma allo stesso tempo è un individuo capace di grandi slanci emotivi e dotato di una sensibilità che può solo definirsi «tipicamente russa». Ormai è vecchio e l’antica autoindulgenza ha lasciato il posto al rimorso e all’amarezza: decide di tornare in patria – da cui era fuggito vent’anni prima – e intraprendere un ultimo disperato viaggio attraverso la Siberia, nei luoghi che lo videro internato in un gulag da dopo la guerra fino al mutamento del clima politico successivo alla morte di Stalin.
Le giornate al suo interno sono scandite da un implacabile calendario di violenze: nel campo la vita nuda si rivela in tutta la sua crudeltà e quell’esperimento chiamato Unione Sovietica viene a reclamare il suo costo in vite umane.
A Norlag, un inferno artico «poco sopra il sessantanovesimo parallelo», è rinchiuso anche il fratellastro del narratore, Lev. A dividerli non sono solo le inclinazioni – Lev è un poeta e un pacifista – ma anche l’amore di Zoya, una giovane ragazza ebrea, bellissima e sensuale, che con la sua scelta decide il destino dei due uomini.

La casa degli incontri è stato acclamato dalla critica inglese e americana come il romanzo migliore di Martin Amis, in cui il dettaglio della ricostruzione storica si fonde con una delle più sorprendenti e coinvolgenti immersioni nell’anima di un popolo. Una storia di risentimento e amore fraterno, di disperazione e disgusto per se stessi, di sopravvivenza ai propri tradimenti e alla morte di una nazione. Ma soprattutto la cronaca terminale di un lento e velenoso declino, perché: «quello che non ti uccide non ti rende più forte. Ti rende più debole, e ti uccide in un secondo momento».