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Il sogno della Camera Rossa
L'ambizione della letteratura moderna dopo Cechov è stata realizzata in questo libro, in questa cattedrale incompiuta, da un grande artista che diceva di averlo scritto per gioco, «per ingannare la noia delle sere piovose...»
Pietro Citati
Il libro
Il sogno della Camera Rossa è uno dei grandi classici della letteratura cinese: un romanzo d’ amore, celebrato per il suo saporoso realismo, la finezza psicologica e la ricchezza di fantasia.
L’autore è identificato con certezza (almeno per i primi ottanta capitoli) in Ts’ao Hsüeh-Ch’in (1719-1763), un mandarino che passò la gioventu nell’agiatezza (la sua famiglia sovrintendeva alle fabbriche tessili imperiali), ma in seguito, per un’improvvisa confisca dei beni familiari da parte dell’imperatore Ch’ien Lung, cadde in miseria e si ritirò a scrive- re l’immenso romanzo, dove nella deca- denza della famiglia di Pao-Yü espresse l’amarezza della propria esperienza.
Il sogno, l’allegoria metafisica s’affacciano due volte: nel prologo e nell’epilogo del romanzo; il resto è tutto intreccio di caratteri, sapienza psicologica, pittura d’ambiente, Nella grande villa di Shiht’ou la vita di Pao- Yü, il giovane nato con una pietra di giada in bocca, scorre felice, benche il suo cuore sia diviso tra le due cugine: Gioiazzurra e Pao-Ch’ai. Ma la rovina s’abbatte sulla famiglia e su Pao-Ch’ai, che ha perduto la sua giada. Un triste destino attende le due ragazze, mentre Pao-Yü s’incamminerà per la via della pedezione taoista.
Lin Yutang, presentando il romanzo in America, ha scritto: «I cinesi, uomini e donne, hanno letto quasi tutti il romanzo sette o otto volte da cima a fondo, e si è creata una vera e propria scienza, la “rossologia”, paragonabile, in mole e dignità, ai commenti shakespeariani o goethiani. Il sogno della Camera Rossa rappresenta probabilmente il sommo dell’arte di scrivere romanzi nella letteratura cinese, ma rappresenta anche un tipo unico di romanzo».