Giulio Einaudi editore

Coetzee reinventa la vicenda di Robinson Crusoe puntando lo sguardo sulla narrazione, arte tirannica, mistificatoria, e però necessaria.
L'unica salvezza nell'oscuro disegno della vita.

2005
Supercoralli
pp. 146
€ 15,00
ISBN 9788806172138
Traduzione di

Il libro

Un’isola che non riesce più a evocare il fascino della mitica isola di Robinson Crusoe. Una naufraga tratta in salvo, Susan Barton, che si ostina a cercare uno scrittore capace di raccontare la sua vera storia e quella dei suoi due compagni. L’enigmatico Cruso, che in quell’isola finisce i suoi giorni, e il suo schiavo Venerdì, cui qualcuno ha mozzato la lingua costringendolo al silenzio. Uno scrittore, Foe, chiamato a dare vita a quel mondo perché non cada nell’oblio, condannato a muta insignificanza.

Susan Barton, alla vana ricerca di una figlia rapita, naufraga in un’isola abitata solo da un uomo enigmatico, Cruso, e dal suo servitore, Venerdì. Del loro passato, Susan riesce a sapere poco o nulla. Cruso le rivela solo che Venerdì è incapace di parlare: qualcuno (mercanti di schiavi? Cruso stesso?) gli ha mozzato la lingua quand’era ancora bambino, condannandolo a un eterno silenzio. Dopo la morte di Cruso, Susan, salvata e riportata in Inghilterra insieme a Venerdì, ha un unico desiderio: che uno scrittore, Foe, racconti dell’isola, di lei, di Cruso e, soprattutto, dia voce al silenzio di Venerdì, che, giorno dopo giorno, si fa insopportabile. Ma il sogno di dare al servitore la libertà, una vita migliore in Inghilterra e di offrirgli infine la possibilità di far ritorno in Africa, nella sua terra, si rivela impossibile. Muto e indifeso com’è, sarà sempre uno «schiavo», in balia degli altri, interpreti, per forza di cose infedeli, dei suoi desideri.
Com’è possibile raccontare in tutta la sua verità una storia – qualsiasi storia -, le cui radici sprofondano nell’oscurità del silenzio, senza naufragare nell’insignificante?Questo il cruccio di Susan, il problema di Foe, e, in ultima analisi, dello scrittore: dire il «non detto».
Coetzee reinventa la vicenda di Robinson Crusoe, puntando lo sguardo sulla seduzione e la tirannia del narratore, destinato ad aggirarsi, come tutti, nel labirinto della vita, ma con quel più di consapevolezza attonita davanti al mistero che avvolge il senso di ogni esistenza: di Susan, di Cruso, signore di un’isola brulla e priva di fascino, di Foe stesso, perduto in un mondo di fantasmi cui fatica a dare la consistenza del vero, e soprattutto di Venerdì, la cui umana vicenda sembra scritta da un dio ancora più oscuro ed enigmatico.

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