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17 giugno 2025
Giancarlo De Cataldo
Salerno - L'autore presenta il suo nuovo romanzo Un cadavere in cucina. Un caso per Manrico Spinori, alle ore 22 presso l'Atrio del Duomo (piazza Alfano I), nell'ambito del festival Salerno Letteratura. In dialogo con Diego De Silva.
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18 giugno 2025
Giancarlo De Cataldo
Roma - L'autore presenta il suo nuovo romanzo Un cadavere in cucina. Un caso per Manrico Spinori, alle ore 18.30 presso Spazio Sette Libreria (via dei Barbieri, 7). In dialogo con Malcom Pagani.
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22 giugno 2025
Giancarlo De Cataldo
Cagliari - Reading dal nuovo romanzo Un cadavere in cucina. Un caso per Manrico Spinori, alle ore 22.15 presso il Bastione San Remy (piazza Costituzione), nell'ambito di Marina Café Noir. Con Valentino Mannias e La Grasa De Pollo.
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22 giugno 2025
Giancarlo De Cataldo
Cagliari - L'autore presenta il suo nuovo romanzo Un cadavere in cucina. Un caso per Manrico Spinori, alle ore 19 presso il Bastione San Remy (piazza Costituzione), nell'ambito di Marina Café Noir. In dialogo con Alberto Ibba.
Nell’ombra e nella luce
«Lui era lí, chino su di me, come quella prima
sera. Vedevo la sua bocca dalla piega amara,
a stento coperta dal becco argenteo. La sua
voce era quella di sempre: calda, profonda,
educata. Posso riferirti esattamente le sue
ultime parole: "Non è ancora tempo di morire,
signor Saint-Just. Sarò io a decidere quando"».
Il libro
1848. Nella Torino di Carlo Alberto, che si accende a giorno con mille fanali per l’illuminazione a gas, un’ombra turba la festa. È l’ombra lunga di un demonio col naso d’argento, che somiglia a Scaramouche, ma strazia giovani donne. Il suo nome è solo sussurrato. Prima che la paura del misterioso Diaul generi rivolte, dovrà scendere in campo Emiliano Mercalli di Saint-Just, giovane ufficiale dei Carabinieri Reali, eroe di Pastrengo. Ma l’aitante Emiliano è un po’ confuso. Come fa il Diaul a riempire di terrore le notti dei buoni cittadini, se lo stesso Emiliano l’ha spedito da un pezzo all’Ospedale dei Pazzarelli? E oltretutto dopo una caccia all’uomo che gli ha fatto perdere il suo migliore amico, il molto sapiente medico-detective Gualtiero Lancefroid, e la bellissima, affascinante, troppo libera fidanzata, Naide Malarò, idolo dei teatri cittadini.
Con il maldestro, coraggioso, contraddittorio Emiliano di Saint-Just, chiamato a investigare su efferate uccisioni, opera di uno sfuggente criminale che somiglia a un diavolo, Giancarlo De Cataldo ci trasporta in una Torino divisa tra slancio progressista e reazione, nuove tecnologie e vecchi pregiudizi, inconsueta per l’occhio di oggi, ma nella quale è facile ambientarsi per la naturalezza e la precisione dei dettagli: da una nuova grande piazza appena costruita alla mefitica paludosa Vanchiglia, a un gran ballo a Palazzo Carignano, a un dinamicissimo Ghetto dove gli ebrei combattono per non diventare il capro espiatorio della rabbia e della paura di tutti. E sotto i nostri occhi, mentre un Cavour infuriato rischia di esser preso a bastonate dal reazionario duca di Pasquier, e le alte sfere consigliano al giovane carabiniere di cercare il colpevole preferibilmente negli strati piú bassi e «infami» della città, impartendogli una lezione di modernissimo controllo sociale, si svolge una vorticosa, molto attuale commedia umana. Le opposizioni private e pubbliche di gelosia e amore, obbedienza e libertà, viltà e coraggio, politica e crimine, tipiche del futuro carattere nazionale degli italiani, fanno qui le prove generali, come a teatro. E il Diaul, che sia un mostro malvagio, un assassino seriale o la pedina di un complotto politico, diventa la cifra, il luogo geometrico delle contraddizioni di tutti. Senza smettere di far paura, tutt’altro.