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L’esercito delle cose inutili
Questo è un romanzo speciale, che ruota intorno a una domanda semplice e decisiva: cos'è che riempie davvero la nostra vita? Anche quando fai la cosa piú inutile del mondo - che sia raccogliere conchiglie, trapiantare primule, trascinare stancamente i tuoi passi, invecchiare, amare qualcuno in silenzio - puoi trovare una scintilla di vita, un lampo di senso, uno scatto inaspettato. O persino te stesso. Perché l'inutilità - sembra dirci Paola Mastrocola con questa sua storia che coinvolge ed emoziona - è soprattutto un sentimento.
Il libro
***
«Insomma, quel mattino di novembre, mentre andavo a zonzo nel vuoto da non so quanto tempo, succede che io incontro questo tale. E vi posso dire che, accidenti, se prendevo a destra anziché a sinistra non lo avrei incontrato. Quindi? Quindi tutto questo deve pur significare qualcosa. Ho preso a sinistra ed è stato tutto quel che è stato, questa benedetta storia che adesso vi racconto». È da qui che prende avvio il romanzo, per trascinarci presto in un altrove abitato da asini, libri, funamboli, macinini da caffè, poeti, scollatori di francobolli e altre mirabolanti creature. E poi c’è Guglielmo, un ragazzino che scrive delle lettere sgangherate e bellissime da cui emerge a poco a poco la sua storia. E c’è qualcuno, Raimond, che raccoglie quelle parole e le trasforma in un’azione. Perché ciò che è vecchio, desueto, ai margini, eccentrico, può essere mosso da un’energia misteriosa e seguire strade poco battute, dove l’utile e l’inutile sanno ribaltarsi l’uno nell’altro e diventare, forse, una sostanza nuova.