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L’arte di legare le persone
Quarant'anni a farsi domande in mezzo a quelli che chiamiamo matti.
«In questo libro che sembra una preghiera umanissima all'amore verso di sé, Paolo Milone muove tutta l'umanità e l'intimità di un medico che vive tenendo tra le mani il dolore degli altri...»
Annalena Benini
«Che accidenti di libro. Ti porta dentro un mondo che sembra opaco e impermeabile: invece Milone te lo spiega con pagine che sembrano canzoni belle, racconti di Carver, poesia».
Daria Bignardi
«Un'opera letteraria sulla malattia mentale tra le piú belle, inusuali e poetiche degli ultimi anni. Un libro unico».
Nicola Lagioia
«Leggerlo è come salire su una zattera e avere il coraggio di oltrepassare le colonne d'Ercole per vedere come siamo fatti, laddove ci consideriamo inesplorabili».
Marco Missiroli
Il libro
Quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime… In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. Appassionati e fragili, fallibili, mortali. Paolo Milone ha lavorato per quarant’anni in Psichiatria d’urgenza, e ci racconta esattamente questo. Nudo e pungente, senza farsi sconti. Con una musica tutta sua ci catapulta dentro il Reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. Tra queste pagine cosí irregolari, a volte persino ridendo, scopriamo lo sgomento e l’impotenza, la curiosità, la passione, l’esasperazione, l’inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di «guardare l’abisso con gli occhi degli altri».