Giulio Einaudi editore

Il mito delle Sirene

Copertina del libro Il mito delle Sirene di Maurizio Bettini, Luigi Spina
Il mito delle Sirene
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Donne pesce o donne uccello? Esseri alati con volto umano e corpo di volatile o donne con squame e code di pesce?

2007
Saggi
pp. XII - 268
€ 22,00
ISBN 9788806178048

Il libro

La mitologia antica e la pittura hanno tramandato immagini ricche e complesse di Sirene: esseri già in sé doppi, ibridi, capaci di far convivere nella popria identità somatica sembianze umane e sembianze animali, esseri non estranei a nessuno dei grandi spazi del mondo, acqua, terra, cielo. Esseri, tuttosommato, facili da incontrare. Per alcuni secoli, infatti, forse sull’onda dei viaggi e delle scoperte di nuovi mondi, le apparizioni di Sirene furono all’ordine del giorno. Le vide Alessandro il Grande dopo la vittoria su Dario. Le videro Teodoro Gaza e Giorgio Trapezunzio. Le vide Cristoforo Colombo di ritorno dalle Americhe (e sembra che già prima le avesse incontrate in Guinea). E ognuno di loro, a proprio modo, le raccontò. Molti sono gli incontri e molte le Sirene che ancora si possono conoscere e sognare nelle pagine di questo libro. Molti sono i ricordi del loro canto che ammalia e spaventa chi lo ode; il piú noto dei quali è nel racconto di Ulisse che, per ascoltare le Sirene, si fece incatenare all’albero della nave. E non fu il solo. Ma se in realtà le Sirene non avessero mai cantato? se invece nessun suono fosse mai uscito dalle loro affascinanti bocche socchiuse? e se fosse stato piuttosto il silenzio a incantare e a sedurre? Emblema di ciò che resta inaccessibile e insieme attira senza fine, la Sirena-uccello, pesce, ape, demone, musica celeste, non ha ancora finito di sedurre (e spaventare) gli umani.

«C’è un promontorio, cominciai, là dalle parti dell’Italia, che si tuffa nel mare profondo. La roccia è cava e dentro ci risuona l’onda, pare una musica di flauti; è il mare piú azzurro che abbia mai visto, la riva è verde come questi prati, piena di fiori colorati, ma tutto intorno marciscono cadaveri di uomini. Crani nudi, ossa spolpate, pelli che avvizziscono, proprio come la pianta trafitta dalla spina di trygon. È uno spettacolo orribile, neppure a Troia avresti potuto vedere qualcosa di simile, quando cani e avvoltoi dilaniavano nella polvere i corpi degli uomini e le membra marcivano sotto la luna. Circe mi aveva avvertito, la bella Circe, che avrebbe voluto trasformare anche me in un animale, mentre stavo nudo nel suo letto. “Non fermarti alla riva delle Sirene! Loro cercheranno di stregarti, hanno una voce che incanta, ma tu vai oltre, non ascoltarle; perché se ti fermerai, morirai, e anche il tuo corpo avvizzirà sulla riva del mare!”».