Giulio Einaudi editore
Marco Missiroli

Dopo Fedeltà, romanzo vincitore del Premio Strega Giovani 2019 e a cui è ispirata l’omonima serie Netflix, Marco Missiroli torna nelle librerie con Avere tutto: un romanzo tesissimo e profondo sulle passioni che ci rendono vivi, sugli amori mai dimenticati, su chi scrive il proprio destino dando fuoco all'anima. Sui padri e le loro eredità nascoste.

È la storia di Sandro che torna nella casa in cui è cresciuto, a Rimini, e trova suo padre con la testa sempre piú dura. Passano i mesi e si accorge di essere rimasto lí con lui per affrontare la loro partita piú grande, facendo un vecchio gioco: dove vorresti essere con un milione di euro in piú e parecchi anni in meno? Da giovane Nando Pagliarani aveva il torace da nuotatore e un destino interrotto. Ha lavorato sui bus turistici, fatto il ferroviere, posseduto il bar America, ma l’unica voce che dovrebbe esserci sul suo documento d’identità è: ballerino. Perché lui e sua moglie hanno ballato come diavoli, in tutte le competizioni della riviera romagnola. Ballavano per vincere. Anche a Sandro piace vincere, è una malattia di famiglia. Ma la sua danza è pericolosa. Le prime volte al tavolo da gioco era lui il tizio da spennare, poi è diventato lo sbarbato da tenere d’occhio. Quel che è certo è che prima aveva un lavoro stabile e programmava con Giulia un futuro. E adesso? Cos’è rimasto a Sandro, che voleva avere tutto? Cosa rimane a ciascuno di noi, ogni volta che sfidiamo la fortuna?

Di seguito alcuni estratti dell’eccezionale rassegna stampa di Avere tutto:

«Si avverte la spinta ad andare oltre. Ed è un momento magico anche per chi legge sentire a ogni pagina che l’autore c’è riuscito. Ha colto l’occasione per un salto da ballerino audace, ha fatto di più e meglio».
Domenico Starnone, «Corriere della Sera»

«Avere tutto parla di come è difficile diventare adulti, uccidere teneramente i genitori, decidere chi vogliamo essere e dire a chi amiamo chi siamo veramente».
Daria Bignardi, «Vanity Fair»

«Dialoghi come scosse elettriche non letali, cioè folgoranti ma capaci di dosare, nell’abisso di una singola riga, l’essenza degli stati emotivi: pudore, ironia, strazio, timidezza, rassegnazione, tenerezza, rabbia».
Vittorio Lingiardi, «la Repubblica»

«Nel suo nuovo romanzo Marco Missiroli fa molte cose, passi in avanti di maturità letteraria, costruzione di strade nuove e un passo dentro il mistero brusco che unisce un padre e un figlio nell’età adulta».
Annalena Benini, «Il Foglio»

«Avere tutto è un romanzo prezioso. Struggente e lieve al tempo stesso. Come l’andatura romagnola, mezzi svelti e mezzi pigri, la testa per aria e le ginocchia forti».
Bruno Ventavoli, «Tuttolibri – La Stampa»

«Avere tutto di Marco Missiroli è il suo Patrimonio alla Philip Roth, senza usurpazione. Lo ha scritto riducendo ogni frase a una lima come quella dell'ergastolano che progetta una fuga impossibile. […] II teorema di Céline dice che se immergi un bastone a metà nell'acqua lo vedi storto, per vederlo diritto, prima devi piegarlo. È il mestiere di chi scrive. Missiroli il bastone di Céline lo ha spezzato. Nell'Adriatico».
Antonio D’Orrico, «la Lettura – Corriere della Sera»

«Con una lingua essenziale, che scava e ferisce, i protagonisti danzano e si fissano senza posa, in un intreccio di sguardi per noi lettori impenetrabile: si prova quasi vergogna, a spiare l'intimità dei due. Una resa dei conti, una relazione di acciaio e piume, un viaggio nelle profondità del legame più antico e complesso: quello tra un genitore e il figlio».
Mattia Insolia, «Domani»

«È una bomba a orologeria, Avere tutto di Marco Missiroli, che a un certo punto esplode nelle mani del lettore e lo dilania, arrivando a colpire le parti più intime e nascoste della sua anima».
Andrea Frateff-Gianni, «Il Messaggero»

«Dopo Fedeltà, che raccontava di una coppia in crisi, lo scrittore di Rimini torna a parlare di sentimenti, di relazioni in Avere tutto. E ci commuove. Perché nella storia di Nando Pagliarani e del figlio Sandro c'è l'amore, l'accettazione e la vita che un rapporto può dare».
Isabella Fava, «Donna Moderna»

«Un romanzo teso e denso di padri, figli, case che profumano d'infanzia, tavoli da gioco, cappelli da cowboy, fuochi che ci rendono vivi o ci perdono, provincia, malattia, perdite, conserve sui ripiani della cucina. Una storia che rimane addosso e si impiglia tra le dita».
Marta Cervino, «marie claire»

Dal romanzo di Marco Missiroli

Dal 14 febbraio su Netflix sarà disponibile la serie Fedeltà, tratta dall'omonimo romanzo di Marco Missiroli, finalista al Premio Strega 2019 e vincitore del Premio Strega Giovani. Nel cast Michele Riondino, Lucrezia Guidone, Carolina Sala; la regia è stata affidata ad Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Suburra – La serie) e a Stefano Cipani (Mio fratello rincorre i dinosauri).

Divisa in sei puntate, quella di Carlo e Margherita è una storia intima di desideri, di ossessioni, di sensi di colpa... Uno degli sceneggiatori, Alessandro Fabbri, ha spiegato a la Lettura «in quale modo il connubio tra sensualità e crisi personale, così peculiare nel libro, è stato portato sullo schermo: “È stata una sfida, perché in Fedeltà i personaggi sono tutto: la storia sono loro. Il primo passo è stato capire cosa volevano e quali erano i loro ostacoli interiori: è stato come immergersi in mare e andare a vedere la parte sommersa dell'iceberg, la personalità di ognuno. Poi, abbiamo espresso la loro personalità nelle relazioni con gli altri: succede così anche nella realtà, no? Le parti più intime e segrete di noi si trasmettono sempre agli altri. Ma in modo mascherato, come segnali criptati, frasi che significano l'opposto di quello che dicono, gesti, silenzi. Così siamo arrivati al linguaggio della serie”»

«È la tipica insoddisfazione delle persone "medie". Il punto di forza del romanzo e della serie sta proprio in questo. Carlo e Margherita non sono né particolarmente magnetici o affascinanti, ci si riconosce facilmente in loro. Avrebbero molte ragioni per essere felici ma non riescono a esserlo. Lui, in particolare, è un uomo che si lascia vivere, non è un eroe né un antieroe. Tutti vorremmo essere "super" qualcosa, abbiamo grandi sogni di gloria, poi alla fine siamo una gran via di mezzo».
Michele Riondino, «il venerdì – la Repubblica»

«Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta, primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che "fanno epoca". Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi».
Sandro Veronesi

«Fedeltà mi ha entusiasmato (l’ho letto tutto d’un fiato), mi ha fatto riflettere e mi ha molto commosso. Riesce a essere profondo come un classico e irresistibile come un pettegolezzo. È l’opera brillante di un autore brillante».
Jonathan Safran Foer

Il trailer di Fedeltà

Raphael Bob-Waksberg

Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata è il primo libro di Bob-Waksberg, sceneggiatore, produttore televisivo e attore, conosciuto principalmente per aver creato la serie di culto BoJack Horseman: «Non esattamente un esordiente sprovveduto, dunque, ma piuttosto un abilissimo costruttore di meccanismi narrativi (anche molto piccoli) in cui colpi di scena e finali a sorpresa (o semplicemente commoventi) arrivano al momento giusto come in un perfetto congegno a orologeria. C'è del mestiere e un'intelligenza molto… newyorkese nella sua scrittura brillante che sa mischiare - perfino con cinismo - ironia e fragilità, sogno e divertissement, umorismo e malinconia. […] Le pagine scorrono con una grazia sottile che sommessamente ti avvolge e ti cattura» (Claudia Bonadonna, «Rumore»).

Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell’occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste. E altri quindici racconti pieni di umorismo e sincerità sul sentimento più bello e su quello più terribile: l’amore.

I racconti di Bob-Waksberg sono in grado di fare ciò che solo la vera arte può fare: riempiono il cuore di tenerezza, gli occhi di lacrime di gioia, le labbra di un largo sorriso. E tutto allo stesso tempo «The Washington Post»

Il libro raccoglie alcune pagine dall’autore disseminate negli anni, «storie surreali e assurde, amori dolorosi impastati in un umorismo dark, cenni di vita racchiusi in poche righe o in lunghi elenchi» (Dario Ronzoni, «Linkiesta», link).

«Ma soprattutto è una richiesta, amami nella mia gloria devastata, con uno stile che è quello che abbiamo già incontrato con Bojack – iniziare in un contesto di routine e precipitare nell’assurdo – e che, allo stesso modo, ci fa ridere e riflettere simultaneamente su quelle disgrazie che sono solo colpa nostra» (Corinne Corci, «Rivista Studio», link).

Leggendo questi racconti preparatevi a essere devastati e ricostruiti pezzo a pezzo. Raphael Bob-Waksberg  è «capace di tutto. Sa rendere credibili le storie più assurde […] benissimo tradotte dallo scrittore Marco Rossari che passa dall'impenetrabilità di Malcolm Lowry all'assurda comicità di questi racconti, senza mai un'incertezza» (Mariarosa Mancuso, «Il Foglio»).