Giulio Einaudi editore

Cristina Cassar Scalia «Sabbia nera»

Cristina Cassar Scalia

«La vicequestora Giovanna Guarrasi,  detta Vanina, ha l’acume, la tenacia e la fantasia di una grande poliziotta».
Giancarlo De Cataldo

«Una storia secca, ritmica, scandita, che ti avvolge e ti stritola pagina dopo pagina, sospesa sul ponte instabile tra un passato che non vuole saperne di farsi seppellire e un presente mai del tutto comprensibile».
Maurizio de Giovanni

«La chiameranno l’antimontalbano, ma non è vero. Cristina Cassar Scalia è lei e basta, e Sabbia nera è un gran bel romanzo».
Carlo Lucarelli, «La Lettura - Corriere della Sera»

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Cristina Cassar Scalia dà vita ad una nuova serie di serie di gialli, ambientati in Sicilia e con protagonista una donna testarda, scontrosa, tormentata dalla morte del padre e dalla fine di una relazione difficile: il vicequestore aggiunto Giovanna Guarrasi. È donna capace, con un curriculum di tutto rispetto, di metodi spicci e dolorosamente legata ad un passato che non riesce a rielaborare: «Non ha bisogno di fare la dura perché lo è, una dura, e non ricorre a metodi autoritari perché è un personaggio autorevole [...] Ciò non toglie che anche lei, come molte donne oggi, sia in crisi» (Cristina Cassar Scalia intervistata da Giancarlo De Cataldo, «D- la Repubblica»).

La lettura di Sabbia nera ha conquistato tre grandi maestri del crime italiano:

«La vicequestora Giovanna Guarrasi, detta Vanina, ha l’acume, la tenacia e la fantasia di una grande poliziotta».
Giancarlo De Cataldo

«Una storia secca, ritmica, scandita, che ti avvolge e ti stritola pagina dopo pagina, sospesa sul ponte instabile tra un passato che non vuole saperne di farsi seppellire e un presente mai del tutto comprensibile».
Maurizio de Giovanni

«Una storia che inizi a leggere e non molli più, perché è lei che non ti molla, obbligato a percorrerla tutta, senza pause, non col fiato sospeso del thriller, che è quello dei centro metri piani, ma con il respiro intenso, serrato e appassionato del maratoneta, che è quello, appunto, del giallo classico».
Carlo Lucarelli, «La Lettura - Corriere della Sera»

Dopo una giornata ricca di ricordi malinconici, nella sua casa sotto «La Muntagna» appena risvegliata e che ha iniziato a ricoprire la terra di sabbia vulcanica, Giovanna riceve una telefonata dell'ispettore Bonazzoli: in una villa a Sciara è stato trovato un cadavere.

La villa, signorile, è fatiscente e saltuariamente abitata da Alfio Burrano, unico erede del patrimonio di famiglia. È stato lui, per caso, a scoprire il corpo mummificato di una donna, in uno spazio segreto. Giovanna Guarrasi, detta Vanina - o Vannina «per una discreta quantità di corregionali» - si trova davanti una scena da romanzo gotico: il cadavere ha sul capo i resti di un foulard di seta, un cappotto di pelliccia e alcune collane.

Un primo sguardo all'abbigliamento e agli oggetti sparsi intorno al corpo fanno pensare ad un delitto che si perde nell'abisso del passato, «poi, però succedono tante cose, colpi di scena, improvvise inversioni di marcia, anche indietro nel tempo, scoperte inattese che cambiano tutta la prospettiva, nuovi punti di vista e tanta, tantissima tensione» (Carlo Lucarelli, «La Lettura - Corriere della Sera»).

In Sabbia nera, sempre secondo Lucarelli, «l’ultimo pilastro è l’ambientazione. La Sicilia, con tutte le sue bellezze e le sue contraddizioni, è una cornice perfetta, che permette di sporcare il folklore con il dramma giocando su qualcosa che tutti credono di conoscere ma che sempre sorprende. Qui, infatti, inizia con la sabbia nera dell’Etna, che copre, corrode e maschera tutto».

Il libro
  • Cristina Cassar Scalia

    Sabbia nera

    2019
    Mentre Catania è avvolta da una pioggia di ceneri dell'Etna, nell'ala abbandonata di una villa signorile viene ritrovato il corpo di una donna mummificato dal tempo. Del caso è incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. La casa...