Giulio Einaudi editore

Auður Ava Ólafsdóttir «Hotel Silence»

Hotel Silence (eletto Libro dell'anno dai librai islandesi) è un romanzo poetico e delicato, un inno alla capacità della vita di rigenerarsi e trasformarsi. Ed è il libro piú bello di Auður Ólafsdóttir.

Auður Ava Ólafsdóttir

Un affascinante concentrato di poesia e fantasia, un piccolo incantesimo che conquista il lettore trascinandolo in un mondo straniante e sospeso Claire Devarrieux , «Libération»

Hotel Silence è il nuovo romanzo di Auður Ava Ólafsdóttir, vincitore dell'Icelandic Literature Prize ed eletto Libro dell'anno 2016 dai librai in Islanda, terra natale della scrittrice.

È la storia di Jónas, uomo di quarantanove anni con un talento speciale per riparare le cose. La sua vita però non è facile da sistemare: la madre oramai vive in un ospizio e soffre di demenza, ha appena divorziato e l’ex moglie gli confessa che la loro amatissima figlia in realtà non è sua. Tutte e tre le donne si chiamano Guðrún.

La vita di Jónas ruotava intorno a queste tre figure, «io faccio quello che le tre Guðrún della mia vita mi chiedono di fare», e ora la sua esistenza sembra aver perso di senso. Non si riconosce più davanti lo specchio: «Mi sento i muscoli della parte superiore del braccio, e mi sento gli addominali, ma non saprei dire se io sono quello oppure l’altro. Da questa parte ci sono io e dall’altra il mio corpo. Entrambi estranei allo stesso modo». E sceglie di farla finita.

Jónas non vuole lasciare a nessuno l’imbarazzo di disporre del suo cadavere, soprattutto a sua figlia, e decide di partire per un paese straniero (di cui la scrittrice non svelerà il nome), appena uscito da una sanguinosa e tragica guerra civile, con un solo cambio di vestiti e una cassetta per gli attrezzi – portata per mettere in atto il suicidio.

L’uomo alloggerà all’Hotel Silence, gestito da due fratelli, ancora in piedi ma bisognoso di molte riparazioni. L'incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i due giovanissimi gestori dell'albergo,  fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno... La sua buona manualità diventa fondamentale per la comunità. «Lirico e rassicurante (come la vita ogni tanto) è l’avanzare del romanzo, che mette a monte le asperità per lasciarsi ingentilire da incontri e accadimenti» (Tiziana Lo Porto, «D – la Repubblica»).

La Ólafsdóttir è stata capace di scrivere «un affascinante concentrato di poesia e fantasia, un piccolo incantesimo che conquista il lettore trascinandolo in un mondo straniante e sospeso» che, nonostante il continuo confronto fra la vita e la morte, fra la felicità e il dolore, è «pieno di grazia e umorismo» (Claire Devarrieux, «Libération»).

La crisi di Jónas è profonda, a tratti destabilizzante, ma Hotel Silence è anche «un affascinante romanzo sulle seconde possibilità e sui viaggi fatidici, pieno di tranquillità e speranza» («Publishers Weekly»), capace di alternare momenti struggenti ad altri pieni di spirito e tenerezza.

Con una prosa surreale, quasi kafkiana, la favolosa storia di Ólafsdóttir riguarda il risveglio inaspettato di un uomo. Una storia di trasformazione avvincente e sorprendente, raccontata in forma quasi allegorica Kirkus

Il libro