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Un padre da film
Il padre di Jacques è partito per la lontana e misteriosa
Parigi, lasciando in Cile la moglie e il figlio. È
da questo abbandono che prende l'avvio il nuovo romanzo
di Skármeta che è la storia di un'assenza -
quella appunto del padre -, e di una sofferenza: quella
della madre, una donna bella e scolpita nella malinconia,
irrigidita nel suo dolore «come se una folata
di vento gelido l'avesse spenta».
Ed è infine la storia del microcosmo in cui vivono gli
indimenticabili personaggi che fanno da contorno alla
vicenda del protagonista: il mugnaio Cristián, gran
bevitore di vino rosso e che sa cose che gli altri non
sanno; Augusto Gutiérrez, l'alunno che vuole a tutti
i costi iniziarsi alla vita perdendo la propria verginità
nella vicina città di Angol; Teresa ed Elena, le provocanti
e disinibite sorelle di Jacques, strizzate nei loro
jeans all'ultima moda.
E proprio ad Angol, mentre aspetta che arrivi l'ora
di apertura del bordello, Jacques scoprirà la verità sul
passato e i suoi misteri...
Il libro
«Una storia minima raccontata con singolare grandezza»
El País
«Mio padre è francese e se n’è andato a Parigi un anno fa quando io, terminati gli studi di magistero alla Escuela Normal, sono tornato a Contulmo.
Io scendevo dal treno e lui ci saliva.
Mi ha baciato disperatamente sulle guance e mia madre è venuta fin sulla banchina vestita a lutto. Il mio ritorno a casa non ha mai rimpiazzato l’assenza di mio padre. Cantava J’attendrai, Les feuilles mortes e C’est si bon.
E poi sapeva fare un buon pane croccante, la baguette, diverso dagli sfilatini e dalle pagnotte della zona. Inoltre, portava arance e limoni al mercato.
Tutti i giorni passava a prendere la farina al mulino e lí è cominciata l’amicizia con il padrone. Quando papà se n’è andato io non ho saputo riprodurre la sua arte della baguette, ma sono diventato amico del mugnaio.
Ne sa piú lui di me, di papà.
Ne sa piú lui di papà della mia stessa madre».