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Lettera ai Romani
La piu importante lettera di san Paolo, summa della sua riflessione teologica, presentata nella personalissima prospettiva di un grande scrittore.
Il libro
Scritta a Corinto, probabilmente nell’inverno dell’anno 58- 59, la Lettera ai Romani occupa un posto assolutamente centrale nel pensiero paolino. Slegata da problematiche contingenti, priva di stretti riferimenti alla situazione concreta della comunità cristiana a cui è indirizzata (comunità che Paolo ancora non conosceva e che intendeva appunto visitare, facendo tappa a Roma nel corso di un viaggio verso la Spagna) , essa è una riflessione sul Vangelo in quanto tale, e raggiunge una profondità e un’ampiezza che non hanno riscontro in altri scritti: questa è senz’altro la piu squisitamente teologica delle lettere di san Paolo, e non a caso è quella che ha avuto maggior influenza sullo sviluppo della teologia della Chiesa, da sant’Agostino ai giorni nostri. A commentarla e a scoprirne le molteplici sfumature è Sebastiano Vassalli, uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei: un autore che, in ogni sua opera e soprattutto nel suo ultimo romanzo Un infinito numero, si è sempre dimostrato sensibile alle inquietudini e alle perplessità morali, alla ricerca della salvezza e della verità. La sua conoscenza del mondo antico e romano lo rende poi particolarmente attento a cogliere le implicazioni che la Lettera avrebbe avuto sullo sviluppo della comunità cristiana romana dell’epoca: una comunità giovane e vivace, costretta però a vivere un difficile rapporto con l’autorità imperiale. Il risultato è una lettura attuale e inconsueta di quello che molti hanno definito una sorta di «Vangelo secondo Paolo».