Giulio Einaudi editore

Fabrizia Ramondino

Fabrizia Ramondino (1936-2008) ha pubblicato per Einaudi i romanzi Althénopis (ultima edizione 2016), Un giorno e mezzo (1988), L'isola riflessa (ultima edizione 2017), Passaggio a Trieste (2000), Guerra di infanzia e di Spagna (2001) e La Via (2008), e le sue raccolte di racconti Storie di patio (1983), In viaggio (1995) e Arcangelo (2005), oltre a Dadapolis. Caleidoscopio napoletano (1989), scritto con Andreas Friedrich Müller. Nel 2004 Einaudi ha pubblicato la raccolta di poesie Per un sentiero chiaro.


«I tre moschettieri e i tre fratelli Karamazov, Gigí ed Eugenia Grandet, Claudine e Anna Karenina, il conte di Montecristo e il principe Myskin, la principessa di Clèves e mademoiselle de Maupin, il capitano Fracassa e il capitano Achab; e ancora pirati della Malesia, primule rosse, corsari neri, negri del Narciso, monache in fuga dai conventi, allegre comari, sigaraie gitane, pulzelle guerriere, peccatrici impenitenti deportate in Virginia o in Louisiana; e tanti ragazzini: Pel di carota e Gavroche, Mowgli e Kim, David e Tristram, Alice e Nanà, Cosette e Nelly, Ombretta e Sophie; e ancora l'asino d'oro parlante, la maligna balena bianca, il maiale Napoleon, l'albatro goffo e imbelle, il serpente piumato, uno stranissimo corvo, dandy e blasfemo, malinconico e disperato, funesto e fatale, che recita un funebre ritornello: «Nevermore, nevermore!»; e ancora il vascello fantasma e quello ubriaco, la corte dei miracoli e quella di re Artú, un pianoforte sulle Alpi, la lettera nascosta ma visibile a tutti e la lettera «A» scarlatta e marchiata sul petto, mulini a vento in armi e foreste in cammino; e quante isole! Quella di Paolo e Virginia e quella di Robinson, l'isola del tesoro, quella delle fate e quella delle voci, le isole misteriose e quelle beate, l'isola delle donne e quella degli uomini.
Questi i miei piú cari amici, animati e inanimati, nell'adolescenza, dei quali ho seguito con passione le vicende e con i quali ho viaggiato in terre lontane.
Alcuni anni dopo ho avvertito l'urgenza di inventare io stessa altri simili amici e di presentarli in società.
Ma per narrare le loro vicende in lingua italiana è stato necessario sottopormi a un rito di passaggio: la lettura, prima paziente, poi appassionata, di Dante e di due dizionari, il Tommaseo e lo Zanichelli. E tanta è diventata in questi ultimi anni la mia venerazione per i dizionari, che ogni tanto mi immergo in quelli etimologici di Giovanni Semerano, fondati sulle origini semitiche delle lingue indoeuropee. Un viaggio affascinante in compagnia del piú ardito avventuriero moderno negli sconfinati spazi delle parole».

Fabrizia Ramondino

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