Giulio Einaudi editore

Maurizio de Giovanni «Una Sirena a Settembre»

Nella città della Sirena le cose non sono mai come sembrano

Maurizio de Giovanni

Torna in libreria l'irresistibile Mina Settembre, assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest, fra i personaggi più amati del maestro del giallo italiano, Maurizio de Giovanni, e ora anche protagonista di una fortunata fiction Rai.

Accadono due fatti. Due fatti che appaiono chiari, eppure a Mina i conti non tornano. Un’anziana viene scippata, cade e finisce in coma. Sin qui nulla di strano, purtroppo; è la soluzione del caso, il modo in cui arriva, a non convincere. E convince poco pure il secondo episodio, una scena di povertà estrema mandata in onda da una televisione locale: un bambino che si contende del cibo con un cane fra montagne di spazzatura.

No, a Mina i conti non tornano proprio. Non è una donna che si lascia incantare dalle mille voci che circolano in città; è curiosa, caparbia, e così inizia a indagare con l’aiuto dell’innamoratissimo Mimmo Gammardella, il ginecologo più bello dell’universo, e a dispetto del suo caustico ex marito, il magistrato Claudio De Carolis. Solo che deve stare attenta, perché di mezzo, in questa vicenda, ci sono parecchie sirene, e le sirene, si sa, incantano.

È il mio miglior libro, quello più napoletano e quello più legato alla personalità narrativa di mia madre, scomparsa lo scorso autunno. Spero di restituire un centesimo della sua capacità di raccontare. Maurizio de Giovanni

Meno male che a far da guida fra inganni e malintesi c’è la Signora, straordinaria presenza che attraversa l’intero romanzo. Una delle invenzioni più poetiche dell’autore. Abita in un vicolo e ne ha viste tante nella vita. È convinta che le storie siano tutte legate da fili nascosti che, però, bisogna scovare.

«Se volete una storia, dovete andare dalla Signora. Arrivarci non è banale. La Signora sta alla fine di un vicolo privo di uscita, in cima ai Quartieri Spagnoli […] Prima di tutto, si notano il silenzio e il fresco. Per qualche oscura ragione, le alte pareti in tufo trattengono la cacofonia perenne all’esterno e restituiscono di sera il sole, e di giorno le tenebre, cosí da fornire un perenne pomeriggio di primavera, quale che sia la stagione. E in fondo, una magnolia spontanea si inchina dalle pietre in avanti, come una naturale tettoia protettiva di foglie larghe e scure, e fiori bianchi o germogli. Nemmeno con un drone, viene da pensare, si potrebbe vedere niente di quello che succede qui.
Ma tanto non succede nulla, qui, o quasi. C’è solo una porta che dà in un basso di cui non si vede l’interno, buio com’è. E una sedia. Dove sta la Signora».
Una Sirena a Settembre
, pp. 3-4

De Giovanni presenta «Una Sirena a Settembre» su Repubblica.it
Il libro