Giulio Einaudi editore

Marcello Simoni «La prigione della monaca senza volto»

Tre cadaveri di donna pietrificati. La Milano manzoniana del Seicento precipita nel terrore. Il ritorno dell'inquisitore Girolamo Svampa.

Marcello Simoni

È forse il romanzo in cui mi sono messo più in gioco e questo perché siamo nel Seicento milanese, in un pieno clima manzoniano. Ho dovuto fare i conti con personaggi già nei Promessi sposi. Marcello Simoni

Con La prigione della monaca senza volto, torna nelle librerie l’inquisitore Girolamo Svampa, personaggio creato dal maestro del thriller storico Marcello Simoni: un frate non per vocazione ma per vendetta, che predilige la ragione alla superstizione e che, in questo capitolo, sentirà le sue certezza vacillare.

Lo Svampa si trova nella Milano manzoniana, in piena dominazione spagnola e segnata dalla clausura femminile, anno del Signore 1625. Il protagonista si imbatte in alcuni cadaveri di donna pietrificati. Fra rapimenti, vecchi e nuovi nemici, Simoni decide di confrontarsi anche con due personaggi storici, la Monaca di Monza e il cardinale Federigo Borromeo:

«Nel nuovo thriller storico, La prigione della monaca senza volto, Marcello Simoni coinvolge nella trama i personaggi Manzoniani. Osa, ma il risultato finale è felice, perché l’autore contemporaneo rende omaggio all’illustre predecessore, ma resta Simoni. E fa quello che sa fare meglio: costruisce una narrazione ricca di enigmi e colpi di scena, piena di dettagli storicamente accurati e dal ritmo avvincente, in cui i personaggi dei Promessi sposi diventano pedine, al pari degli altri protagonisti, dell’ingranaggio. Con in più il piacere e la curiosità, per il lettore appassionato del genere, di ritrovarsi, in una veste nuova, figure diventate classiche» (Alessia Rastelli, «la Lettura – Corriere della Sera»).

Una vicenda sconvolgente che metterà a dura prova le capacità dell’inquisitore e i suoi convincimenti, capace di coinvolgere il lettore fino al finale, «ma Simoni disegna un ritratto altrettanto affascinante e documentato di una Milano torbida e decadente, sotto la dominazione spagnola (l’anno dei fatti è il 1652): le porte, la darsena, i bacini, i Navigli allora aperti, tra i quali i personaggi si rincorrono da un nascondiglio all’altro» (Alessia Rastelli, «la Lettura – Corriere della Sera»).

Il libro