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appuntamenti
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14 maggio 2025
Gabriele Pedullà
Rende (CS) - L'autore presenta il suo libro Certe sere Pablo, alle ore 15 presso il Teatro Auditorium Unical (via Settimio Severo, 73). In dialogo con Maria Cristina Figorilli, Marco Gatto, Francesco Raniolo, Piermario Vescovo e Daniele Vianello. Con partecipazione e letture di Saverio La Ruina.
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15 maggio 2025
I libri, materiale resistente
Torino - Incontro con Gabriele Pedullà (Racconti della Resistenza europea), Michela Ponzani (Donne che resistono. Le Fosse Ardeatine dal massacro alla memoria 1944-2025), Antonella Tarpino (Liberi e ribelli. L’antifascismo come scelta esistenziale) e Benedetta Tobagi (La Resistenza delle donne), alle ore 17.00 presso il Salone del libro, Sala Rossa (via Nizza, 294). In dialogo con Walter Barberis. Per info e prenotazioni: qui.
Lame
Il libro
Su uno dei piú bei colli di Roma, una compagnia di pattinatori si riunisce tutte le settimane per celebrare un particolarissimo rituale, fatto di libertà, abiti vintage e canzoni dell’adolescenza. Anche Olimpia e Ruggiero – un matrimonio felice, in cammino «ad ampie falcate in direzione dei quarant’anni» – ne sono immediatamente conquistati. Riecco di colpo «la sensazione di volare senza veramente sollevarsi da terra» che li aveva posseduti da ragazzi.
Dopo, niente sarà piú lo stesso.
«
E poi li ho visti: cosí colorati, cosí dinamici, soprattutto cosí allegri! Trascinanti è il termine. Per non parlare dei vestiti e della musica, con quella spudorata celebrazione degli anni Ottanta, ironica e filologica al tempo stesso. Ma almeno altrettanto ti colpivano gli spettatori che si erano raccolti da tutta la Bay Area per assistere alle piroette sui pattini di quella infaticabile compagnia di dilettanti: anche loro facevano chiaramente parte dello show. [
] Soprattutto, nei giorni successivi non riuscivo a smettere di pensarci. Sai quando hai l’impressione di aver assistito a qualcosa di importante, ma non riesci a dire cosa? E non era solo per via dei pattinatori. Tutta quella gente, affascinata come me dal loro girare all’infinito, ovale dopo ovale, ancora e ancora. Perché anch’io, oramai, ero preso in trappola: questo era chiaro. Allora ho sentito che lí c’era una storia che dovevo assolutamente raccontare, che quel movimento senza una meta ci riguardava tutti, insomma che non si trattava solo di un gruppo di ragazzi di mezza età che cercava di passare una domenica all’aperto volteggiando in aria. Ecco, non saprei come altrimenti dirlo, ma quel pomeriggio al Golden Gate Park per un paio d’ore ho avuto l’impressione di vedere qualcosa come lo Spirito-del-nostro-tempo che si incarnava in una singola, concretissima figura. Lí, improvvisamente, c’era il meglio e il peggio di tutti noi. Le nostre angosce. I nostri errori. Le nostre speranze, forse. Avevo bisogno di capire. E cosí ho cominciato a scrivere
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Da una lettera dell’Autore all’Editore