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La giusta distanza dal male

La giusta distanza dal male
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«Sei una giovane dottoressa nel Pronto soccorso di una grande città. Affronti il dolore di tutti, giorno e notte, ti esaurisci in turni spossanti, sacrifichi ogni cosa fuori di lí. Resisti come puoi, ma la sofferenza degli altri sta per travolgerti. È a questo punto della tua vita che incontri il male in persona. È seduto sul cofano di un'auto, di notte, nel parcheggio buio dell'ospedale. Sulla schiena ha due ali scure. Sta aspettando proprio te.

Un romanzo coraggioso, capace di restituire l'umanissima intensità del Pronto soccorso e insieme la solitudine di chi ci lavora, le paure di chi non dovrebbe averne mai, le fragilità silenziose di chi ci cura».
Tiziano Scarpa

2025
eBook
pp. 256
€ 9,99
ISBN 9788858448311

Il libro

È notte, una giovane dottoressa stacca dall’ennesimo turno in Pronto soccorso. Il suo lavoro è diventato un buco nero dentro cui sparisce tutto il resto – il fidanzato, le amiche, le passioni, la vita fuori di lí. A furia di difendersi dal dolore degli altri, dalla rabbia, dalla frustrazione, dall’impazienza dell’umanità varia che affolla quelle stanze, sta iniziando a non provare piú nulla. L’idealismo dei primi tempi diventa un vago ricordo, l’entusiasmo sbiadisce turno dopo turno. Pensa a tutto questo mentre attraversa a passi svelti il parcheggio vuoto dell’ospedale, ma a un certo punto impietrisce: sul cofano di una macchina c’è una figura inquietante, con due lunghe ali membranose, che sta aspettando proprio lei. Lucifero all’inizio sembra solo un’allucinazione dovuta alla stanchezza, ma poi la sua presenza si fa costante. Mentre i rapporti umani intorno a lei scompaiono, mentre il mondo di fuori sembra sempre piú opaco e dentro al Pronto soccorso si accumulano i codici rossi, le terapie, i ricoveri e gli interventi urgenti, lui è l’unico che resta, che le si fa amico. Che riempie il vuoto lasciato dagli altri. Ma la sua è una presenza tutt’altro che disinteressata, che porta con sé domande perturbanti – Che valore dai alla tua anima? Come ci si salva dalla sofferenza degli altri? Esiste una giusta distanza dal male? – e che, a un certo punto, le propone un patto. Questo romanzo appassionante è una meditazione sul dolore: quello di chi lo prova nella propria carne e quello di chi lo cura. Sono vividi, umanissimi, a volte inquietanti i ritratti di chi popola il Pronto soccorso. I corpi sono enigmi, abissi spaventosi, mirabilie di falsi allarmi e insidie occulte. C’è chi scopre nel giro di mezz’ora di avere una malattia grave, chi esagera i sintomi per procacciarsi qualche giorno di pausa dal lavoro, chi non accetta l’agonia di una persona cara e aggredisce i professionisti sanitari. Medici e infermieri fanno del loro meglio per affrontare le continue ondate di urgenze, ma tutto quel dolore alla fine ti scava dentro: anche se non vuoi, devi anestetizzarti, o soccomberai. Giorgia Protti usa con sorprendente talento alcune delle armi piú acuminate della letteratura (l’iperrealismo e il fantastico), e cosí facendo racconta le condizioni dei sofferenti e dei soccorritori, la loro vulnerabilità e le loro paure, il collasso della sanità pubblica e di chi ci lavora ogni giorno.