Giulio Einaudi editore

Luoghi selvaggi

In viaggio a piedi tra isole, vette, brughiere e foreste
Luoghi selvaggi
In viaggio a piedi tra isole, vette, brughiere e foreste
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Esistono ancora dei luoghi selvaggi, luoghi splendidi e feroci dove la mente sogna e la paura si riposa? Lontane distese naturali, o inesplorati territori di confine, che sopravvivono incuranti della presenza umana?
Con zaino, tenda e sacco a pelo, Robert Macfarlane si avventura in prima persona - viaggiando da solo o con amici fidati - per tracciare un inedito itinerario lungo misteriose terre di pietra, di legno e di acqua.

2011
Frontiere
pp. 328
€ 21,00
ISBN 9788806194086
Traduzione di

Il libro

«Un’ode appassionata a luoghi veri che sembrano impossibili, in una prosa che ci restituisce, quasi intatto, il vivido incanto della loro essenza più intima».
Rebecca Solnit

«Una narrazione che avvince e convince, ricordandoci che la natura, a dispetto delle devastazioni subite, regna ancora sovrana su gran parte della superficie del pianeta. Era da tanto che non leggevo un libro così inaspettatamente confortante».
Bill McKibben

Esistono ancora luoghi veramente selvaggi? Luoghi sconfinati, isolati, elementari, splendidi e feroci, che seguono leggi e ritmi propri, incuranti della presenza umana? E se mai sopravvivono, dove cercarli? Dopo aver fantasticato fin da bambino sui luoghi selvaggi della letteratura, Robert Macfarlane – appassionato alpinista, critico letterario e professore a Cambridge – intraprende una serie di viaggi alla ricerca della natura selvaggia ancora presente in Scozia, in Inghilterra e in Irlanda. E quella che traccia è una mappa della selvaticità che luogo dopo luogo – dalle isole Skelligs alla vetta del Ben Hope, dalla mitica Rannoch Moor alla spiaggia di Orford Ness – si trasforma sotto i suoi stessi occhi in un vero e proprio romanzo di formazione, segnato da incontri e addii, da scoperte e sorprese.
Macfarlane impara che la natura selvaggia riposa sulle vette estreme e nelle brughiere deserte come nei boschi dimenticati alla periferia delle città; che il selvaggio è un regno complesso, refrattario alle semplificazioni, dove si fondono irripetibili combinazioni di storia e geologia, morte, vita, caos e geometria; e che ogni minimo aspetto dei luoghi selvaggi – cromatico, tattile, dinamico, strutturale – svela corrispondenze segrete tra l’esterno e l’interno, tra l’anima del mondo e il mondo dell’anima.
Seguendo le orme dei padri del deserto, dell’epica nordica, dei grandi «narratori » dell’incanto della natura (Thoreau, Muir, Coleridge, ma anche Calvino, W. H. Murray e l’amico Roger Deakin), degli scienziati affascinati dal mistero delle diversità e delle analogie, Macfarlane si avventura in prima persona fuori dagli angusti confini del noto e del domestico e traccia un nuovo itinerario, personale e profondo, in territori di pietra, di legno e di acqua, che scopriamo con lui straordinariamente vivi, sconosciuti e raggiungibili.

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