Giulio Einaudi editore

Il migliore dei mondi

Copertina del libro Il migliore dei mondi di Quim Monzó
Il migliore dei mondi
Mondadori Store Amazon IBS La Feltrinelli Librerie.Coop

Un affresco della vita dalle tonalità estreme, relazioni famigliari e umane in cui violenza, crudeltà e tenerezza si abbracciano.

2008
L'Arcipelago Einaudi
pp. 226
€ 14,00
ISBN 9788806173203
Traduzione di

Il libro

Componendo un affresco della vita dalle tonalità estreme, questi racconti descrivono relazioni famigliari e umane dove violenza, crudeltà e tenerezza si abbracciano. Un feto tenuto in frigorifero nel weekend aspettando che riapra l’ospedale; due genitori che rifiutano di accettare la morte del figlio, mentre il fratello continua ad accompagnare il cadavere regolarmente a scuola; un automobilista linciato dalla folla per aver investito un passante, che si riprende per partecipare a sua volta a un altro linciaggio. I personaggi di Monzó accettano la propria parte di inferno che, unita a quella dei loro antagonisti, finisce per produrre una commedia tanto umana quanto mostruosa e grottesca.

«Con un magistrale dominio dei contrasti tra le zone oscure, quasi nere dell’esistenza, e un commovente attaccamento alla vita, i suoi personaggi, esseri umani tra i più comuni, si rivelano protagonisti votati a destini terribili, vissuti nella più totale solitudine».

«El Paìs»

«La faccenda di Toni successe proprio dopo che nostra madre aveva portato in tavola il vassoio con il torrone e i cannoli. Avevamo mangiato la zuppa di lumache, il bollito e il pollo ripieno, e, a un tratto, come se fosse la cosa piú normale del mondo, la testa di mio fratello si chinò in avanti, molto lentamente, fino a che mise la faccia nel piatto con il torrone. I nostri genitori rimasero di ghiaccio. A toccarli si sarebbero spezzati in mille schegge. Li vidi cosí incapaci di reagire che, in un risolutivo millesimo di secondo, decisi, anch’io, di fare come se non mi fossi reso conto. A dire il vero non lo guardavano: guardavano il tavolo, proprio davanti a loro, costringendo gli occhi a non vederlo, cosí indifesi che, per non farli soffrire, almeno per il momento, misi la mano sulla spalla di Toni e, per raddrizzargli la schiena, lo tirai per il collo della maglia».