Giulio Einaudi editore

Una sostanza sottile

Una sostanza sottile
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Ricostruire una vita significa provare a sciogliere la rete di fili sottili che nel tempo s'intrecciano tra loro fino ad aggrovigliarsi in tanti nodi. Oppure, significa sciogliere quei fili per poi riavvolgerli nel modo appropriato. Ma anche far luce sui vuoti, su quel che poteva essere e non è stato.

SUPERVINCITORE PREMIO VIAREGGIO-RÈPACI PER LA NARRATIVA 2016

2016
Supercoralli
pp. 268
€ 21,00
ISBN 9788806229351

Il libro

«Ciò che importa sono le relazioni, non c’è altro: come le cose e le persone si legano tra loro». A parlarsi, in questo romanzo, sono un padre e una figlia. E lo fanno come fosse la prima volta, esplorando, sospinti dall’audacia della maturità e della giovinezza, e da una familiarità prima sconosciuta, ora piú intima. Si incontrano in Provenza, un luogo per entrambi lontano ma da entrambi amato. Lui, benché distratto, si guarda alle spalle per consegnare la propria storia a lei, Irène, per dirle tutto quello che non ha mai saputo o immaginato. Ma il racconto di sé, inevitabilmente, non può prescindere da lacerazioni e rotture, da divisioni dell’anima che si esprimono in continue divagazioni e dubbi, dando vita a una narrazione che obbedisce alla circolarità e che fa i conti con i difetti della memoria. A lei, quindi, il compito di raccogliere il flusso dei ricordi, di ascoltarlo e sollecitarlo con domande sempre nuove, di allargare quella trama di cui è intessuta ogni esistenza facendo però attenzione a non aprirla troppo. E cosí, sullo sfondo delle bianche mura di Avignone e dei paesini sferzati dal vento, si dipana un’anamnesi che è anche sentimentale e filosofica: i viaggi, i romanzi, le donne, gli autori piú amati, gli affetti perduti, gli incontri fortuiti; e ancora e soprattutto le sconfitte patite nel corpo e nelle illusioni, quella dimensione liminare fra la vita e la morte a lungo indagata nel corso di una degenza in ospedale. Perché, se non si può rovesciare l’ovvio, non si può neanche dimenticare «quanto accade nella staticità, nell’impedimento, nella prigionia». Un romanzo dall’ampia struttura reticolare nelle cui maglie ci si perde e ritrova, e una scrittura che s’innalza e ridiscende come un brano musicale.

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