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Il protagonista di Così per sempre di Chiara Valerio è il conte Dracula. Oggi si fa chiamare Giacomo Koch, si è trasferito a Roma e lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli. Anche Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è un vampiro, ora si chiama Mina Monroy e abita a Venezia. Poi c’è Zibetto, il loro gatto, che può arrampicarsi per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d’oro, per l’esattezza due fedi nuziali.
Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito molte cose. La prima è che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue, per quanto il sangue umano rappresenti ancora il suo cibo preferito. Ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni uomo e ogni donna contengono l’universo.
Mina, invece, vuole solo vendicarsi di Dracula, distruggendo la sua unica vera grande passione: gli esseri umani. Ha vissuto gli ultimi sessant’anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso – come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra più. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a se stesso. Per sempre…
«Nel romanzo il desiderio di restituire la realtà è visibile anche nella ricerca miniaturista delle geografie e dei particolari storici […] Mi piace che abbia un gatto, una creatura tipicamente fantasy, perché è un animale da soglia, continuamente tra il dentro e il fuori. L'unico modo per addomesticare un gatto è lasciare la porta aperta. Questo libro qui somiglia a un gatto perché fa la stessa cosa: reale e irreale hanno come soglia la letteratura che consente loro di stare lì entrambi» (Michela Murgia, «L’Espresso»).
«Diciamo subito che Così per sempre è un libro che somiglia ai suoi protagonisti: antico e moderno insieme, nonché candidato alla longevità, visto il modo in cui riesce a coniugare letterario e popolare, classico e innovazione, scienza e magia […] Dentro, c'è il gusto per le storie d'avventura di un’adolescente che freme, l'intreccio fra lettere e scienze pure che caratterizza la scrittrice adulta, la sua prosa fiume — frasi lunghissime, che però atterrano sempre in piedi, come Zibetto — e, da qualche parte, la spavalderia di un’esordiente. È la sua carriera, il vero vampiro di questo romanzo: distillate in un unico testo, ci sono tutte le anime di una delle autrici più ardite e poliedriche del nostro panorama culturale. Così da sempre» (Nicola H. Cosentino, «la Lettura – Corriere della Sera»).
«Dracula – al secolo Giacomo Koch – danza tra l’Italia di oggi e i tempi passati con la leggera disinvoltura, l’aplomb, che ci si attende da qualcuno per cui il tempo e lo spazio non significano molto […] Alla fine della lettura ci si è così affezionati a questo Dracula contemporaneo, quasi vegetariano, amante della scienza, delle piante e della psicoanalisi e che invece di giacere in un loculo riposa insieme alle radici delle piante, che siamo pronti a perdonargli tutto. Anche di essere immortale» (Stefano Mancuso, «la Repubblica»).
Così per sempre «oltre a essere il più sfacciato e riuscito tentativo di tornare al romanzo tradizionale di tutto il postmodernismo italiano, è anche un attacco frontale, gentile e spietato, alle tradizioni che informano l'Italia e la sua cultura, anche romanzesca. È un romanzo queer, l'ho detto, ma non perché racconti una vicenda di gente queer [...] Sfuma i confini tra le cose, superando le distinzioni cartesiane tra bestie e persone, organico e inorganico, eternità e immortalità. Ci rivela che non è macabro, in fondo, sentirci meno estranei a noi stessi quando ci riteniamo morti» (Alessandro Giammei, «Domani»).
Perché confrontarsi con un grande classico come il conte Dracula? «Perché ero ossessionata da lui da quando ero bambina. E perché questo è il libro che volevo scrivere da sempre, ma sapevo che prima ce ne dovevano essere altri, per allenarmi. Inoltre, perché grazie a Dracula posso indagare sul rapporto tra specie e natura» (Chiara Valerio intervistata da Loredana Lipperini, «il venerdì - la Repubblica»).