Giulio Einaudi editore
Maurizio de Giovanni

Caminito, il nuovo romanzo del maestro del giallo italiano Maurizio de Giovanni, segna il ritorno dell’amatissimo commissario Ricciardi. I lettori l’avevano incontrato l’ultima volta ne Il pianto dell’alba, uscito nel 2019, e in questi anni di assenza hanno potuto apprezzarne la trasposizione televisiva nella fiction Rai del 2021, diventata già un cult.

È il 1939, sono trascorsi cinque anni da quando l’esistenza di Ricciardi è stata improvvisamente sconvolta. E ora il vento d’odio che soffia sull’Europa rischia di spazzare via l’idea stessa di civiltà. Sull’orlo dell’abisso, l’unico punto fermo è il delitto. Fra i cespugli di un boschetto vengono ritrovati i cadaveri di due giovani, stavano facendo l’amore e qualcuno li ha brutalmente uccisi. Le ragioni dell’omicidio appaiono subito oscure; dietro il crimine si affaccia il fantasma della politica. Con l’aiuto del fidato Maione – in ansia per una questione di famiglia – Ricciardi dovrà a un tempo risolvere il caso e proteggere un caro amico che per amore della libertà rischia grosso. Intanto la figlia Marta cresce: ormai, per il commissario, è giunto il momento di scoprire se ha ereditato la sua dannazione, quella di vedere e sentire i morti.

«Caminito è più di un giallo. È un romanzo ricco di sorprese, trova energia nella profondità dell'anima letteraria dello scrittore napoletano. Un ritorno che danza in tre quarti, il tempo perfetto della musica nell'era classica. Le trame si intrecciano con ritmo impeccabile, per raccontare le pene e le speranze, sino a quando tutti i fili si ricompongono e cala il sipario».
Marco Zatterin, «tuttolibri - La Stampa»

«…Già da questi brevi accenni di trama si capisce che quello dell'indagine poliziesca è solo uno dei sentieri percorsi del romanzo. Le storie di Ricciardi non sono mai state solo casi da risolvere, ma un mondo dove tutto si muove assieme. E in questo romanzo del ritorno dell'amato commissario la dimensione corale è ancora più marcata. E proprio vero, non occorre chiedere il permesso per entrare nell'ufficio di Ricciardi. Neppure per sentirsi di casa tra storie e personaggi di de Giovanni».
Severino Colombo, «Corriere della Sera»

«Caminito è romanzo giallo, politico e d'amore, intriso della consueta umanità che De Giovanni sa infondere nei suoi personaggi, anche quelli "cattivi" come il capo della polizia politica di Napoli. La bella Livia, poi. Che dall'altra parte del mondo, canta il suo dolore con un tango. Caminito, appunto».
Fabrizio d'Esposito, «il Fatto Quotidiano»

«Se da un lato il registro dominante di questo anomalo poliziesco è quello della rilettura storica degli anni del fascismo, più intensamente degli altri romanzi della serie qui la scrittura di De Giovanni vibra di echi e di richiami alle memorie del passato, al tempo perduto, all'amore inespresso, al fluire della vita che trascorre e svanisce lasciandoci solo il suo senso inesplicabile. È il tempo, che unisce e separa, a rendere assurda e insensata ogni vicenda personale. A Ricciardi e alla sua sposa, così come ai due giovani uccisi nell'attimo in cui si giuravano amore eterno, è stata sottratta la felicità dopo averla promessa».
Santa Di Salvo, «Il Mattino»

«Romanzo che conferma quanto de Giovanni ami il suo personaggio al punto da sentirne palpitare cuore, pensieri, mille dubbi: per questo lo riconsegna ai suoi lettori più vivo che mai, più adulto, maturo, disilluso, non fermo nel tempo e identico a sé stesso mentre attorno accadono e continuano a verificarsi senza soluzione di continuità omicidi che solo lui, con il celebre dono del "Fatto" – ascoltare la voce dei morti assassinati negli ultimi istanti di vita – potrebbe risolvere».
Pier Luigi Razzano, «la Repubblica – Napoli» 

«Quello che sembra importare sempre di più a de Giovanni è l'analisi e l'introspezione dei personaggi, delle loro storie, delle loro passioni. E se l'autore napoletano si conferma un appassionato tessitore di trame, anche la parte più "intima" del racconto gli è congeniale. Intanto, le ultime pagine lasciano aperta la strada: Ricciardi è tornato e non è affatto intenzionato ad abbandonare i suoi lettori».
Mirella Armiero, «Corriere del Mezzogiorno»

Il vicequestore Giovanna, detta Vanina, Guarrasi è stata trasferita alla mobile di Catania a 39 anni. A Palermo, la sua città, lascia il ricordo di suo padre, ucciso dalla mafia, e un amore doloroso.

Tra queste due città si svolgono i romanzi che la vedono protagonista: storie di indagini che mettono alla prova «l'acume, la tenacia e la fantasia di una grande poliziotta». Sullo sfondo di queste indagini si staglia l’immagine di una Sicilia viva, con tutte le sue bellezze e le sue contraddizioni.

Nella mappa qui sotto potete esplorare e scoprire alcuni dei luoghi più iconici delle storie di Cristina Cassar Scalia. Utile anche per le vostre vacanze a tema letterario.

  • Cristina Cassar Scalia

    Il Re del gelato

    «Prima di Sabbia nera Vanina era a Catania già da un anno e aveva risolto altri casi. Ho pensato di raccontarvene uno».
    Cristina Cassar Scalia

    Arrivata da poco a Catania, Vanina sta facendo conoscenza con la città quando le piomba addosso un caso delicato, di quelli...
    pp. 144
    € 16,00
  • Cristina Cassar Scalia

    Sabbia nera

    «La vicequestora Giovanna Guarrasi, detta Vanina, ha l'acume, la tenacia e la fantasia di una grande poliziotta».
    Giancarlo De Cataldo

    «Una storia secca, ritmica, scandita, che ti avvolge e ti stritola pagina dopo pagina, sospesa sul ponte instabile tra un passato che non vuole saperne di...
    pp. 400
    € 14,00
  • Cristina Cassar Scalia

    La logica della lampara

    Un caso scabroso che richiede la cautela e la pazienza dei pescatori alla luce della lampara: come loro, il vicequestore Guarrasi sa bene che per far venire a galla i pesci bisogna aspettare, senza stancarsi.

    «La logica della lampara è un meccanismo oliato alla perfezione».
    «la Repubblica»
    pp. 384
    € 14,00
  • Cristina Cassar Scalia

    La Salita dei Saponari

    Solo un caso molto complesso può distogliere il vicequestore Vanina Guarrasi dalla caccia ai propri fantasmi e riportarla in azione. Anzi, qualcosa di piú di un caso: un intrigo internazionale all'ombra dell'Etna.

    «Cinefila accanita, buongustaia senza sensi di colpa, Vanina è una sbirra all'antica animata da...
    pp. 312
    € 13,00
  • Cristina Cassar Scalia

    L’uomo del porto

    Catania. Nella grotta di un fiume sotterraneo usata come saletta da un locale molto noto viene ritrovato il cadavere di un uomo: lo hanno accoltellato. Una brutta faccenda su cui dovrà fare luce il vicequestore Vanina Guarrasi che, come se non bastasse, da qualche settimana...
    pp. 328
    € 18,50
  • Cristina Cassar Scalia

    Il talento del cappellano

    Un cadavere che scompare, poi riappare. Un duplice omicidio accompagnato da una macabra messinscena. Con il Capodanno alle porte, pasticcio peggiore non poteva capitare al vicequestore Vanina Guarrasi. Se poi una delle vittime è un prete, il caso diventa ancora piú spinoso.
    pp. 320
    € 18,00
  • Cristina Cassar Scalia

    La carrozza della Santa

    La notizia di un omicidio scuote Catania, gelando gli utimi entusiasmi della piú sentita ricorrenza cittadina. Mentre nell'aria si avverte ancora l'odore acre dei fuochi d'artificio, Vanina Guarrasi è alle prese con un caso che fa scalpore.
    pp. 288
    € 13,00
  • Cristina Cassar Scalia

    La banda dei carusi

    Da quando si è trasferita sotto l'Etna, al vicequestore Vanina Guarrasi non era mai successo di lasciarsi coinvolgere tanto da un caso. Ma ora il brutale omicidio su cui deve indagare è quasi un fatto personale. Per lei, per la sua squadra e per un...
    pp. 296
    € 18,50
Dal romanzo di Marco Missiroli

Dal 14 febbraio su Netflix sarà disponibile la serie Fedeltà, tratta dall'omonimo romanzo di Marco Missiroli, finalista al Premio Strega 2019 e vincitore del Premio Strega Giovani. Nel cast Michele Riondino, Lucrezia Guidone, Carolina Sala; la regia è stata affidata ad Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Suburra – La serie) e a Stefano Cipani (Mio fratello rincorre i dinosauri).

Divisa in sei puntate, quella di Carlo e Margherita è una storia intima di desideri, di ossessioni, di sensi di colpa... Uno degli sceneggiatori, Alessandro Fabbri, ha spiegato a la Lettura «in quale modo il connubio tra sensualità e crisi personale, così peculiare nel libro, è stato portato sullo schermo: “È stata una sfida, perché in Fedeltà i personaggi sono tutto: la storia sono loro. Il primo passo è stato capire cosa volevano e quali erano i loro ostacoli interiori: è stato come immergersi in mare e andare a vedere la parte sommersa dell'iceberg, la personalità di ognuno. Poi, abbiamo espresso la loro personalità nelle relazioni con gli altri: succede così anche nella realtà, no? Le parti più intime e segrete di noi si trasmettono sempre agli altri. Ma in modo mascherato, come segnali criptati, frasi che significano l'opposto di quello che dicono, gesti, silenzi. Così siamo arrivati al linguaggio della serie”»

«È la tipica insoddisfazione delle persone "medie". Il punto di forza del romanzo e della serie sta proprio in questo. Carlo e Margherita non sono né particolarmente magnetici o affascinanti, ci si riconosce facilmente in loro. Avrebbero molte ragioni per essere felici ma non riescono a esserlo. Lui, in particolare, è un uomo che si lascia vivere, non è un eroe né un antieroe. Tutti vorremmo essere "super" qualcosa, abbiamo grandi sogni di gloria, poi alla fine siamo una gran via di mezzo».
Michele Riondino, «il venerdì – la Repubblica»

«Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta, primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che "fanno epoca". Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi».
Sandro Veronesi

«Fedeltà mi ha entusiasmato (l’ho letto tutto d’un fiato), mi ha fatto riflettere e mi ha molto commosso. Riesce a essere profondo come un classico e irresistibile come un pettegolezzo. È l’opera brillante di un autore brillante».
Jonathan Safran Foer

Il trailer di Fedeltà

Venerdì 14, alle ore 21.20, prende il via su Rai3 Il complotto contro l’America, la miniserie tratta dall’omonimo romanzo di Philip Roth.

Nel cast: Zoe Kazan, Anthony Boyle, John Turturro e Winona Ryder.

America, 1940: Lindbergh, eroe della trasvolata sull’Atlantico, fervido antisemita e filonazista, diventa presidente. Da questo momento gli Stati Uniti smettono di appoggiare inglesi e francesi, e dietro un’apparente neutralità stringono patti con la Germania di Hitler. Una famiglia ebraica di Newark, la famiglia Roth, scopre di non essere abbastanza americana per i gusti del nuovo presidente, e inizia a temere che anche il proprio Paese si trasformi in un regno del terrore. Tra controstoria e autobiografia, il ritratto dell’America in forma di incubo.

Gli altri due appuntamenti sono giovedì 20 e venerdì 28 gennaio, sempre alle 21.20 su Rai3.

Il trailer:

Maurizio de Giovanni

Torna in libreria l'irresistibile Mina Settembre, assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest, fra i personaggi più amati del maestro del giallo italiano, Maurizio de Giovanni, e ora anche protagonista di una fortunata fiction Rai.

Accadono due fatti. Due fatti che appaiono chiari, eppure a Mina i conti non tornano. Un’anziana viene scippata, cade e finisce in coma. Sin qui nulla di strano, purtroppo; è la soluzione del caso, il modo in cui arriva, a non convincere. E convince poco pure il secondo episodio, una scena di povertà estrema mandata in onda da una televisione locale: un bambino che si contende del cibo con un cane fra montagne di spazzatura.

No, a Mina i conti non tornano proprio. Non è una donna che si lascia incantare dalle mille voci che circolano in città; è curiosa, caparbia, e così inizia a indagare con l’aiuto dell’innamoratissimo Mimmo Gammardella, il ginecologo più bello dell’universo, e a dispetto del suo caustico ex marito, il magistrato Claudio De Carolis. Solo che deve stare attenta, perché di mezzo, in questa vicenda, ci sono parecchie sirene, e le sirene, si sa, incantano.

È il mio miglior libro, quello più napoletano e quello più legato alla personalità narrativa di mia madre, scomparsa lo scorso autunno. Spero di restituire un centesimo della sua capacità di raccontare. Maurizio de Giovanni

Meno male che a far da guida fra inganni e malintesi c’è la Signora, straordinaria presenza che attraversa l’intero romanzo. Una delle invenzioni più poetiche dell’autore. Abita in un vicolo e ne ha viste tante nella vita. È convinta che le storie siano tutte legate da fili nascosti che, però, bisogna scovare.

«Se volete una storia, dovete andare dalla Signora. Arrivarci non è banale. La Signora sta alla fine di un vicolo privo di uscita, in cima ai Quartieri Spagnoli […] Prima di tutto, si notano il silenzio e il fresco. Per qualche oscura ragione, le alte pareti in tufo trattengono la cacofonia perenne all’esterno e restituiscono di sera il sole, e di giorno le tenebre, cosí da fornire un perenne pomeriggio di primavera, quale che sia la stagione. E in fondo, una magnolia spontanea si inchina dalle pietre in avanti, come una naturale tettoia protettiva di foglie larghe e scure, e fiori bianchi o germogli. Nemmeno con un drone, viene da pensare, si potrebbe vedere niente di quello che succede qui.
Ma tanto non succede nulla, qui, o quasi. C’è solo una porta che dà in un basso di cui non si vede l’interno, buio com’è. E una sedia. Dove sta la Signora».
Una Sirena a Settembre
, pp. 3-4

De Giovanni presenta «Una Sirena a Settembre» su Repubblica.it