Giulio Einaudi editore

Dal 23 novembre, su tutti gli store online, sono disponibili i nuovi Quanti: se il primo «numero» l’avevamo dedicato alle Speranze che si affacciavano nel nuovo mondo seguito all’avvento del virus, questa seconda uscita si muove attraverso le Reti che lo innervano. Senza la pretesa di esplorarle tutte e in ogni direzione, ovviamente (del resto sarebbe possibile? Non è la possibilità stessa di una mappa della rete, delle reti, la posta in gioco? Domande che restano sullo sfondo). Ecco perché abbiamo convocato un gruppo di scrittrici e di scrittori, intelligenze e sensibilità nuove, giovani, voraci, per aiutarci a trovare incroci inaspettati, nodi che magari abbiamo sotto il naso ma a cui non avevamo mai fatto caso, per percorrere i fili di una rete che non sia solo minaccia ma anche laboratorio di vite nuove.

Pietro Minto ci accompagna in quella che è una vera e propria corsa sulle montagne russe, dentro Amazon.
In quello che per lunghezza è quasi un romanzo breve, Gianluca Didino come un flâneur dell’ossessione, sebaldiano e digitale, si aggira nei dintorni della domanda: come ricordiamo, oggi?
E se l’identità stessa fosse una rete? O meglio, se fosse l’effetto che emerge da una rete composta da biologia, cultura, tecnologia? Se fosse lo spettro che si manifesta su una soglia, che appare nello spazio sottile dell’interfaccia tra sguardo e tecnologia? Sono domande che si fa Laura Tripaldi nel suo lavoro in laboratorio di scienziata, osservando i «corpi ambigui» delle particelle subatomiche.
Può bastare guardare porno su una piattaforma di streaming di proprietà di una multinazionale per dirsi sessualmente liberati? E come tutto questo dà forma ai nostri desideri, al modo in cui incontriamo l’altro? È quello che si chiede Natasha Lennard nei suoi personal essay.
L’incrocio delicato tra narrazione della violenza di genere e discorso pubblico è al centro del Quanto di Carlotta Vagnoli: mostrando come i giornali italiani affrontano i casi di femminicidio Vagnoli fa emergere i non detti e i sottintesi di una cultura, la nostra, ben lontana dall’essersi liberata dai retaggi del passato.
Nei racconti di Brad Phillips, infine, viene fuori tutta la carica esplosiva – trasgressiva, ironica, struggente, malinconica, sublime e patetica – di quando il desiderio (anzi: il sesso) viene fatto passare attraverso i cavi sottili della comunicazione digitale.

Se questa fosse una mappa (e non lo è), eccoci al punto dove ci sarebbe una grossa freccia: VOI SIETE QUI. Dentro una rete di reti, una serie apparentemente infinita di reti che si intersecano, si fondono, si sovrappongono. Può intimorire, può dare una sensazione di angosciato spaesamento, ma può anche essere l’inizio di un nuovo, straordinario viaggio La redazione dei Quanti

«A ventitre anni, mentre lavoravo alla mia tesi sul tunneling degli elettroni attraverso barriere di energia potenziale – anche le particelle, come i fantasmi, a volte passano attraverso i muri –, iniziavo a interrogarmi sull’identità sessuale del mio corpo, che mi appariva opaca come l’interiorità inaccessibile dei corpi che incontravo in laboratorio. La mia sessualità era un guscio vuoto, un utile inganno culturale, non piú reale delle sferette colorate che studiavo sui libri? Oppure era un segreto indecifrabile radicato nella mia carne, di cui i miei comportamenti esteriori non erano che vaghe tracce?»
Laura Tripaldi, Corpi ambigui. Sguardi, genere, tecnologia

«Che cos’è Amazon? “Un negozio online”, verrebbe da dire. Risposta semplice e breve. Avete indovinato! Bene, potete chiudere questo ebook, complimenti. Fine. Oppure, come nel film The Matrix, potete scegliere la pillola rossa e seguirmi nella tana del Bianconiglio, dove le risposte semplici non esistono e Amazon rimane un tesseract indecifrabile, la cui comprensione è però indispensabile per capire il mondo che viviamo».
Pietro Minto, Cos’è Amazon. Un viaggio sulle montagne russe

«Viviamo una vita di deresponsabilizzazione, veniamo allontanati dal male ogni giorno, quasi non facesse parte della nostra esistenza, quasi fosse una cosa che non tocca ogni essere vivente. Il male ci viene raccontato come peculiarità di pochi, pena di molti, tragedia solo per alcuni. Eppure il male ha delle radici ben precise, che si annidano in un reticolato che sorregge tutta una grandissima struttura, quella – patriarcale – che spinge alla smania di controllo. E il maggior controllo di un uomo su una donna coincide proprio con la sua uccisione, con l’avere a disposizione la sua stessa vita».
Carlotta Vagnoli, Poverine. Come non si racconta il femminicidio

«Il fuoco, pensai, il fuoco che cancella tutto. L’accelerazione del mondo. La memoria come incendio. Poi la guglia crollò in un’esplosione di lapilli, mentre la sera calava un’ora prima sullo schermo della tv e poi finalmente anche fuori dalle finestre del mio appartamento».
Gianluca Didino, Brucia, memoria

«Il rischio di un discorso sul “personale politico” che si concentra sulle scelte individuali – invece che sul campo di possibilità delle scelte – è che si sviluppino forme di attivismo la cui prospettiva non andrà oltre il diritto ai prodotti biologici e a un’app per scopate occasionali dove definirsi “pansessuali” con un click: non mettere mai in discussione chi sei, ritenendo che a essere politiche siano le scelte che fai».
Natasha Lennard, Fare la rivoluzione ai tempi di Pornhub. Sesso, potere e piattaforme

«Provo piacere nel guardare, ascoltare, registrare e seguire; nel sapere di essere guardato, ascoltato, registrato e seguito? Sí. È possibile controllare la propria immagine pubblica? Sí. La mia intera opera è uno sforzo per controllare la mia immagine pubblica attraverso il totale mascheramento. Mi impegno duramente per edificare un’idea di me perché venga consumata quando sarò morto. I miei lavori sono tutti pensati per essere visti compiutamente solo dopo la mia morte, e questo è tutto finto e tutto vero ed è la sola cosa che faccio. Abbiamo obblighi morali? No. La privacy è morta e me ne frega qualcosa? No e poi no».
Brad Phillips, Credo solo nelle intenzioni

  • Laura Tripaldi

    Corpi ambigui

    Tra fisica delle particelle e femminismo si apre unospazio inedito, un'interfaccia possibile, un territorio affascinantee terribile fatto di scoperte, domande, possibilità nuove.
    pp. 51
    € 2,99
  • Pietro Minto

    Cos’è Amazon

    Nessuno meglio di Pietro Minto può accompagnarci dentro Amazon in un viaggio breve ma scatenato come una corsa sulle montagne russe, per arrivare al cuore della forza che, nel bene e nel male, sta plasmando il mondo in cui viviamo.
    pp. 49
    € 2,99
  • Carlotta Vagnoli

    Poverine

    «Ogni volta in cui le donne vengono ammazzate la reazione unanime è sempre quella di un composto, sommesso, quasi imbarazzato: "poverina"». Quando leggiamo la notizia di un femminicidio stiamo in realtà leggendo un'altra storia: quella di chi quel gesto l'ha compiuto, quasi mai di chi...
    pp. 52
    € 2,99
  • Gianluca Didino

    Brucia, memoria

    Due ragazzi in vacanza, un viaggio a Bilbao (o forse Barcellona?),il ricordo di un'installazione vista in un museo (o soloimmaginata?), il presagio di una cattedrale in fiamme, i progettiabortiti e la flânerie, lo sguardo della macchina che traccia i nostrispostamenti e le nostre azioni, che...
    pp. 70
    € 2,99
  • Natasha Lennard

    Fare la rivoluzione ai tempi di Pornhub

    NatashaLennard in questi due personal essay, mescolando il privato conla teoria, parlandoci del suo ex e di Paul Virilio, riflette sull'evoluzionedei rapporti di potere, in politica e nel sesso, ai tempidel capitalismo delle piattaforme e della sorveglianza.
    pp. 48
    € 2,99
  • Brad Phillips

    Credo solo nelle intenzioni

    Quando le relazioni si consumano su piattaforme in cui i corpisvaniscono, essere sé stessi sembra un'impresa quasi impossibile.Ma non è forse sempre stato cosí? Non abbiamo semprevissuto nell'estasi dell'attenzione, in bilico sui fili tracciati daglisguardi degli altri?
    pp. 61
    € 2,99
Don Winslow

Inedito in Italia, primo dopo la serie di Neal Carey, Ultima notte a Manhattan di Don Winslow è la storia di un omicidio che è solo un tassello di un disegno più vasto, un complotto ordito da chi sa di potere tutto.

Siamo alla fine degli anni Cinquanta, Manhattan è all’apice del suo fulgore, il posto ideale per chi ha grandi ambizioni o vuole soltanto cambiare vita. Joe Keneally è un giovane senatore che mira alla presidenza. Walter Withers, invece, a New York ci è tornato. Ha lavorato a lungo per la Cia e adesso è un investigatore privato in una grande agenzia di sicurezza. Le loro parabole si intersecano quando a Withers viene chiesto di fare da scorta durante un party a Madeleine Keneally, l’affascinante e ricca moglie del senatore, la «principessa d’America» che sembra destinata a diventare First Lady. Un compito di routine, all’apparenza. Ma nello stesso albergo alloggia anche la giovane e bella amante del senatore.

«Prima o poi succede qualcosa di brutto a qualcuno di loro […]. Per arrivarci Winslow si prende il suo tempo, tutto quello che gli serve e che ci vuole, intrecciando destini e caratteri, paranoie e coincidenze, nell'atmosfera ovattata e inquietante, elegante e frenetica, appunto, di un Natale a Manhattan. Sospetti e segreti che crescono fino a scoppiare in questo noir che sembra un romanzo di spionaggio York, e si muove come un hard boiled» (Carlo Lucarelli, «Tuttolibri – La Stampa»).

Winslow ha dato vita a un romanzo emozionante: «La narrazione e lo stile di Don Winslow  che qui leggiamo nella fedele traduzione di Alfredo Colitto  sono cose che prendono e non mollano. Perché è bravo, il nostro Winslow – personalmente è uno dei miei preferiti – padrone di un mestiere così solido che fa quello che deve fare il mestiere quando è solido: non si vede» (Carlo Lucarelli, «Tuttolibri – La Stampa»).

Con Ultima notte a Manhattan Winslow «non solo si addentra nel terreno, affascinante e potenzialmente pericoloso, del fanta-noir storico. Ma lo fa abbandonando la consueta, cristallina limpidezza dello stile e della scrittura. Per calarsi in un'altra scrittura e a un altro stile, meno "classici", meno controllati, più torrenziali e anarchici: quelli tipici dei maestri dell'hardboiled, Dashiell Hammett, Raymond Chandler. O il leggermente meno raffinato Mickey Spillane, l'unico citato esplicitamente, e in più di una occasione, nel romanzo. […] Il risultato è un affresco movimentato, pieno di ritmo, dipinto con partecipazione emotiva e un pizzico di nostalgia: sentimento che ci assale dì fronte a momenti della storia irripetibili, nel bene e perfino nel male, e che ci sembra di aver vissuto anche se non c'eravamo. Un'esperienza dolceamara, che evoca le note di un sassofono jazz dell'epoca: da leggere, magari, ascoltando gli album del primo John Coltrane» (Claudia Morgoglione, «Robinson – la Repubblica»).

«Ecco, dire che Ultima notte a Manhattan mette insieme il James Ellroy di American Tabloid, l'appena compianto John Le Carré de La talpa, e anche il Raymond Chandler de II grande sonno, è inopportuno soltanto perché anche Don Winslow è un grande classico alla pari degli altri» (Carlo Lucarelli, «tuttolibri – La Stampa»).