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Il nuovo libro di Diane Evans, tra i migliori dell'anno per New Yorker, Financial Times e New Statesman, racconta di due coppie londinesi che riflettono sui desideri raggiunti e le aspettative deluse, in un gioco di tradimenti e perdono, di fughe e incontri, esplorando la fragile architettura dell'amore. Sullo sfondo, la storica vittoria di Obama del 2008 con tutto il suo carico di sogni e speranze.
Michael non si sente più desiderato, ma vuole salvare il proprio matrimonio perché ama ancora Melissa, come tredici anni fa. Melissa vorrebbe tornare a essere la donna che era prima di sposarsi e ha paura di essersi persa, dopo due bambini. Damian ha un lavoro frustrante e sogna di fare lo scrittore, di conquistare Melissa, di scappare dalla provincia. Stephanie, sua moglie, vorrebbe soltanto vivere con serenità la sua esistenza di casalinga e madre.
Evans «ci consegna un ritratto doloroso e vero della generazione nata dai Baby boomers e incalzata dai Millennials. Nel caso di Evans, inoltre, narrare le persone comuni nere o con origini miste nasce da una volontà programmatica […] Nel libro racconta la classe media nera e multiculturale. Affronta il tema dell'identità, che però va ad aggiungersi, ad arricchire, e non esaurisce una più universale indagine sull’intimità delle nostre relazioni. Evans è bravissima in questo» (Alessia Rastelli, «la Lettura – Corriere della Sera»).
Cos’è una festa ben riuscita se non l’opportunità di fare l’amore nelle prime ore del giorno? Quali altri impegni pressanti possono esserci quando la casa è finalmente vuota per una notte intera? Per ricordarsi a vicenda di non essere solo compagni ma ancora amanti, forse, ancora innamorati La geometria delle coppie
L’autrice ha scritto un libro che fa riflettere sulle relazioni e sul matrimonio, ma è anche «un ritratto malinconico, poetico, intelligente e sarcastico della crisi di mezza età vissuta da due coppie di amici neri nella Londra rutilante del primo decennio del nuovo Millennio» (Caterina Soffici, «tuttolibri – La Stampa»).
«La tensione raggiunge il culmine nella seconda parte, in cui sale anche il ritmo. Melissa crolla, pensa che la casa su due piani sia posseduta e il romanzo devia nei toni del gotico e dell’horror. Un crescendo visionario in cui anche i quadri prendono vita, realtà e incubo si confondono» (Alessia Rastelli, «la Lettura – Corriere della Sera»).
Evans, con «una scrittura magnifica, ironica e commovente» («The Guardian»), mostra il lento declino della passione e l'amore ostinato che non vuole arrendersi.