Giulio Einaudi editore

Manuale della fine del mondo

Il travaglio dell'Europa medievale
Manuale della fine del mondo
Il travaglio dell'Europa medievale
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Che ne è stato dell'anno Mille? È passato, tutto qui. La fine del mondo non solo non c'è stata ma in quei secoli, tra l'XI e il XII, c'è stato un nuovo, propulsivo inizio. È la storia.

2015
Einaudi Storia
pp. X - 356
€ 32,00
ISBN 9788806218270

Il libro

Per usare un’espressione del grande storico Lucien Febvre, possiamo dire che è una «gigantesca falsa credenza» quella della paura della fine del mondo in prossimità dell’anno Mille. Ma forse era davvero l’avvento della fine. Manuale della fine del mondo si propone di parlare di un susseguirsi impetuoso di accadimenti, e delle visioni che li attraversarono: la lotta fra Papato e Impero, i grandi regni, i Comuni in Italia. Un libro che racconta le vicende di cui gli uomini dei secoli XI e XII furono spettatori, attori e vittime. Un mosaico di eventi decisivi, che aprirono la strada a soluzioni inedite. Glauco Cantarella ci offre un saggio ambizioso e affascinante, per risalire alle lontanissime radici del nostro presente e comprendere la rivoluzionaria portata storica dell’invenzione della «fine dei tempi».

È un grande falso storiografico quello della paura della fine del mondo in prossimità dell’avvento dell’anno Mille. Ma è indubbio che gli uomini di mille anni fa hanno dovuto vivere in mezzo alla fine del loro mondo: cambiamenti incessanti che hanno tarlato quel mondo, con aggiustamenti continui, che hanno inseguito la stabilizzazione ottenendola solo in apparenza. E alla fine hanno fatto esplodere il mondo e sono stati all’origine di mutamenti epocali, di lunghissimo periodo: la lotta fra Impero e Papato, la centralità dell’esperienza monastica, i primi germi dei regni d’Inghilterra e di Spagna, il movimento dei Comuni in Italia. Con l’allargamento progressivo dei confini del vecchio spazio europeo e con l’estensione delle aree di conoscenza, ad esempio l’ “invenzione” della filosofia. Nel secolo XII sarebbe ormai molto difficile riconoscere le tracce del mondo di partenza, quello che si proponeva come la forma definitiva del mondo, e in realtà si cercava disperatamente di regolare perché garantisse la pace. Una crisi continua, popolata di soggetti nuovi, per cerniere successive da un passaggio all’altro che ha portato alle origini della modernità. Il tutto entro un’unica, grande cerniera: quella del passaggio dal mondo tardo-antico e primo-medievale a quello tardo-medievale e moderno, in cui i protagonisti cambiano o si moltiplicano. Tra Ottone III (1001) e Innocenzo III (1199) due secoli in cui quel mondo è finito, definitivamente relegato nel passato.

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