-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Il silenzio dei comunisti
Il libro
Queste brevi lettere, cariche di ricordi del passato ma anche ansiose di futuro, riprendono una discussione da tempo interrotta nel mondo politico. Quella sul comunismo italiano del Novecento. I comunisti erano tanti e tanti, ha scritto Vittorio Foa in uno dei suoi Passaggi, e oggi stanno zitti. Quel silenzio oscura limiti e meriti, peccati e valori positivi di tanti uomini e donne, tace sull’inedito intreccio di radicalismo e moderazione che ha segnato quell’esperienza, sacrifica un pezzo importante della nostra storia, tanto che a volte sembrano restare solo gli anatemi di Berlusconi.
Foa ha ripreso il discorso scrivendo agli inizi del 2002 a due ex comunisti carichi di memoria, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin, ed essi hanno risposto. I linguaggi sono diversi. Miriam Mafai ci offre un racconto suggestivo sulla sua vita di militante cosí ricca di speranze e di delusioni. Alfredo Reichlin ci offre una impegnata analisi della sua esperienza di dirigente politico, e punta deciso sulla gravità dell’oggi. Foa sollecita il confronto.
Nel ricordo degli ex comunisti emerge con forza la figura di Palmiro Togliatti. Non mi sembra piú cosí vecchio e lontano, ammette Foa.
Il futuro si presenta molto difficile ma non disperante. Citiamo solo una frase: «Se vogliamo che le cose migliorino dobbiamo pensare che possano migliorare; la scelta è fra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti».