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Buccinasco
«La mafia al Nord. L'espansione della 'ndrangheta in
Lombardia. Milano e i clan. Oggi è materia di discussione,
oggetto di inchieste e di libri. Ma per decenni non se ne è
parlato. Spesso non se ne è voluto parlare. Per pigrizia intellettuale,
per insipienza, per pregiudizio etnico. Anche per
interesse, piú o meno complice. Nel frattempo la 'ndrangheta
è penetrata nella società lombarda come lama nel burro,
trasformandola. Con metodo, con baldanza. Con lo spirito
impunito di chi sapeva di potersi muovere a piacimento - in
cucina come in salotto - in casa altrui, mentre sull'uscio il
proprietario gridava: "Padroni in casa nostra" in direzione
della tromba delle scale».
Nando dalla Chiesa, Martina Panzarasa, Buccinasco. La 'ndrangheta al Nord
Il libro
Come è potuto accadere che la ‘ndrangheta si sia insediata alle porte di Milano? Come è potuto accadere che Buccinasco, la «Platí del nord», ne sia diventata una delle capitali?
La mafia al Nord. L’espansione della ‘ndrangheta alle porte di Milano. Come è potuto accadere? L’indagine sull’hinterland sud della città, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone, Rozzano e Trezzano sul Naviglio, ha al suo centro Buccinasco, niente piú che un piccolo gruppo di cascine, diventato, negli anni delle grandi emigrazioni, culla dei clan calabresi. Fino a guadagnarsi il soprannome di «Platí del Nord» – il centro dell’Aspromonte da cui proviene il nucleo piú significativo di immigrati. Buccinasco è stato uno degli epicentri della terribile stagione dei sequestri di persona degli anni Settanta, poi uno dei fortini strategici dello spaccio di stupefacenti, quindi il regno del boss Antonio Papalia, a lungo considerato il piú potente esponente della ‘ndrangheta in Lombardia. Proprio lí dove la sinistra allestiva efficienti servizi sociali – e moltiplicava vie dedicate agli eroi dell’antifascismo – i gruppi calabresi lavoravano per il monopolio del ciclo del cemento, contando sul silenzio degli imprenditori e su complicità crescenti. Eppure nulla accade per caso. Cosí la storia di Buccinasco è ricostruita in stretto rapporto con i cicli delle migrazioni, lo sviluppo e il declino delle grandi fabbriche e con l’occhio sempre rivolto a ciò che accade ai piani alti dell’economia e della politica milanese e alla crisi morale di una classe dirigente.