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Possesso
«Possesso, devo confessarlo, è il testo piú autobiografico, per molti versi l'unico testo davvero personale, che io abbia scritto. Mio padre era morto da poco, io ero completamente sommerso dal dolore e da tensioni familiari la cui vera natura mi sfuggiva. Eravamo come invasi da un enorme senso di colpa, e mia madre, soprattutto, reagiva identificandosi completamente con questa colpa. Ciò le impediva di vivere il lutto [...]. "Lasciamo liberi i vivi, prendiamo congedo dai morti" dice Ezra, il protagonista. Possesso ha in effetti avuto un grande ruolo catartico, liberatorio, per me».
Abraham B. Yehoshua
Il libro
Israele, interno di famiglia. Il padre morto da poco. La madre che vuole disfarsi di ogni oggetto appartenuto al defunto dandolo agli altri familiari, quasi per indurli a condividerne la memoria, a partecipare con lei alla «colpa della morte». Il figlio che rifiuta ogni oggetto riconducibile a qualcosa di femminile. Un universo di oggetti e simboli sospesi in un’atmosfera verosimile eppure esilarante, volutamente liberatoria.
I romanzi di Yehoshua sono assai noti presso il pubblico italiano; i suoi testi teatrali, invece, erano finora inediti. Possesso, pièce che risale al 1983, è da poco andato in scena, in prima europea, al Teatro Argentina di Roma per la regia di Toni Bertorelli, interpretato da Franca Valeri e Urbano Earberini.