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Terre del finimondo
«La selva era come una vergine la cui carne non avesse mai sentito la fiamma del desiderio. E come una vergine era bella, radiosa e fanciulla. Misteriosa come la carne di donna non ancora posseduta. E ora, anche desiderata».
Il libro
Le «terre del finimondo» sono quelle zone della foresta amazzonica in cui, dal principio del secolo, l’uomo cominciò a penetrare, sostituendo ai tronchi secolari e agli animali selvaggi le ordinate piantagioni di cacao. In un romanzo che è un grande affresco corale, scritto nel 1942, nel pieno svolgimento della guerra, Amado racconta la lotta tra due famiglie di fazendeiros per il possesso della Foresta do Sequeiro Grande. Storia reale, di cui da bambino aveva visto l’epilogo, ma anche epos simbolico: perché l’albero dai frutti dorati, piantato dagli uomini bruciando la foresta, crescerà piú rigoglioso sul terreno concimato col sangue. Un romanzo in cui – come sottolinea Luciana Stegagno Picchio nella Nota introduttiva – «tutti gli ingredienti del futuro Amado, tropicale e cinematografico, sono già in atto in queste Terre del finimondo, in un dosaggio equilibratissimo di lirico e di epico, di storia e di leggenda».