Giulio Einaudi editore

Il villaggio del tedesco

ovvero Il diario dei fratelli Schiller
Copertina del libro Il villaggio del tedesco di Boualem Sansal
Il villaggio del tedesco
ovvero Il diario dei fratelli Schiller
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Alla morte dei genitori, uccisi in Algeria da estremisti islamici, Rachel Schiller parte da Parigi e ritorna nella casa di Ain Deb, il villaggio in cui è cresciuto. Fra le cose del padre trova una valigetta zeppa di foto, documenti, medaglie, ritagli di giornali. Quale passato terribile nascondeva Hans Schiller?

2009
Supercoralli
pp. 212
€ 19,50
ISBN 9788806195656
Traduzione di

Il libro

Alla morte dei genitori, uccisi in Algeria da estremisti islamici, Rachel Schiller parte da Parigi e ritorna nella casa di Ain Deb, il villaggio in cui è cresciuto. Fra le cose del padre trova una valigetta zeppa di foto, documenti, medaglie, ritagli di giornali. Quale passato terribile nascondeva Hans Schiller, l’eroico tedesco che aveva partecipato alla Guerra di indipendenza algerina?
Per Rachel e suo fratello Malrich quella valigia segna l’inizio di un doloroso percorso attraverso le atrocità del XX secolo.

«Questo romanzo sbalorditivo ricollega gli orrori della Seconda guerra mondiale a quelli dell’Algeria degli anni Novanta: due sporche guerre che mettono sullo stesso piano nazisti e integralismo islamico. Un accostamento audace, utile a stigmatizzare il negazionismo e le devastazioni di tutti i fanatismi».

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Figli dell’algerina Aicha e del tedesco Hans, i due fratelli Schiller sono cresciuti a Parigi a casa di uno zio. Rachel e Malrich hanno seguito percorsi molto diversi e non si frequentano quasi: il primo – e più anziano – si è laureato, ha fatto carriera, si è perfettamente integrato e conduce una serena vita coniugale, il secondo ha lasciato la scuola, vive in un degradato quartiere periferico, campa di espedienti.
Nell’aprile del 1994, i genitori – che sono rimasti a vivere in Algeria – vengono assassinati da esponenti dell’integralismo islamico. Il figlio maggiore torna a Ain Deb, dove, riordinando i documenti del padre, scopre che durante la Seconda guerra mondiale questi era stato un ufficiale delle SS nei campi di sterminio nazisti. Per Rachel la vita cambia radicalmente: in totale solitudine, senza parlarne con il fratello o la moglie, ma annotando tutto in un diario, decide di visitare i luoghi in cui Hans Schiller ha prestato servizio, di seguire le tracce della sua fuga dalla Germania sconfitta alla Turchia, all’Egitto, e infine all’Algeria dove si è eroicamente battuto a fianco del Fronte di liberazione nazionale. Un viaggio nella storia e nella sofferenza dal quale Rachel non torna più. Dopo essere stato abbandonato da tutti, ormai incapace di sopportare i sensi di colpa, nell’aprile del 1996 si toglie la vita: lo ritrovano in garage, asfissiato dal gas, con il cranio rasato e indosso un pigiama a righe. Per Malrich, che ha diciannove anni e poco o nulla sa della storia in generale e della Shoah in particolare, si apre un mondo del tutto nuovo: si interroga, fa propri i dubbi del fratello, li integra con la propria vicenda di emigrato che vive in una banlieue in cui l’estremismo islamico tende a imporre sempre più la sua legge: al punto che la realtà dei campi di concentramento e quella del quartiere gli appaiono ormai quasi assimilabili e la figura dell’imam si confonde con quella del Führer. E decide, lui che è quasi analfabeta, di scrivere a sua volta un diario, chiedendo all’insegnante del fratello di metterlo «in buon francese».

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