Giulio Einaudi editore

Quell’aspirapolvere nel buio

Quell’aspirapolvere nel buio
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Mona ha ventisei anni, fa la donna delle pulizie e ha una passione per gli aspirapolvere d'epoca e gli uomini sbagliati. Dopo Mister Laido, ora è il turno del Buio, il tenebroso marito di una cliente. Del resto, per Mona trasformare i rapporti di lavoro in confusi grovigli è la norma. La situazione in cui si caccia con Lena e Paul, artisti ungheresi amanti del nudo, ne è un'ulteriore dimostrazione. E poi c'è quella svitata di sua madre, con i fantasmi e gli orchi che le riporta alla mente. Che il suo gusto per l'orrido abbia radici antiche? In Quell'aspirapolvere nel buio torna la stessa inconsueta eroina di Facciamo che ero morta, e la sua esilarante schiettezza ci conquista ancora una volta.

«Un umorismo con una profondità che non ti aspetti».
«Entertainment Weekly»

«Sfacciata, impassibile e scombinata da far paura, Mona è l'amica problematica che, nonostante tutto, sei sempre contentissima di vedere».
«O, the Oprah Magazine»

2022
Supercoralli
pp. 264
€ 19,50
ISBN 9788806247799
Traduzione di

Il libro

Mona fa la donna delle pulizie e vive a Taos, in mezzo al polveroso deserto del New Mexico. Questa è di per sé una scelta infelice, ma ancor piú infelice è il fatto che si è trasferita lí per lasciarsi alle spalle una storia con quello che si suole definire «un soggettone» e ora, quando si imbatte in un altro rappresentante della categoria, ci ricasca con tutte le scarpe. Il Buio, il bel tenebroso dall’odore irresistibile («Puzza come una capra», dicono altri), è sposato con una cieca, e questa cieca è una cliente di Mona. Addio professionalità. È che Mona per i confini sfumati ha proprio un talento. Con Yoko e Yoko, i suoi spirituali vicini di casa, è passata dall’amicizia alla meditazione tantrica; con Lena e Paul, una coppia di ungheresi, dal rassettare al posare nuda su una pedana. Sono artisti, e lei pure, solo che anziché dipingere scatta foto. È un hobby segreto dai frutti bizzarri, ma chissà che, con gli agganci giusti, non possa diventare qualcosa di piú… Difficile guardare al futuro, però, quando indietro c’è ancora un passato da metabolizzare. Certe famiglie, d’altronde, sono quasi impossibili da digerire. Mona sospetta di appartenere a una lunga linea di balordi. Tornare a casa, dalla madre che anni prima l’ha sbolognata a una sconosciuta sulla costa opposta degli Stati Uniti e adesso l’ha invitata alla cerimonia di rinnovo delle sue promesse matrimoniali, sarà per lei andare incontro a un vero e proprio terremoto, con tutte le sue imprevedibili conseguenze. Con Quell’aspirapolvere nel buio, come col precedente Facciamo che ero morta, Jen Beagin ha costruito un mondo di fantasia ispirato al suo passato di donna di servizio appassionata di fotografia e parole. Non c’è niente che Beagin abbia vergogna di scrivere e il risultato è rinfrescante. Con buona pace dell’etichetta.

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