Giulio Einaudi editore

Quando Nina Simone ha smesso di cantare

Copertina del libro Quando Nina Simone ha smesso di cantare di Darina al-Joundi, Mohamed Kacimi
Quando Nina Simone ha smesso di cantare
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Darina è una donna forte e bella. 'Assim un padre affettuoso, libertino e laico che, in un paese in guerra, insegna alla figlia l'amore per la vita e l'odio per qualsiasi tiranno. Una sconvolgente confessione autobiografica. Il racconto senza veli di una drammatica educazione erotica. Un grido di ribellione, un inno alla vita libera.

2009
I coralli
pp. 140
€ 14,50
ISBN 9788806196752
Traduzione di

Il libro

«Un libro che si divora senza mai riprendere fiato. A lettura finita viene voglia di applaudire alla bravura e alla bellezza intatta di Darina, più forte dell’orrore».

ELLE

Darina è una donna giovane e bella. Una donna troppo libera in una città dilaniata dalla guerra dove essere donne non è facile ed essere libere è solo un sogno. O una condanna.
‘Assim è suo padre. Un intellettuale laico in esilio, innamorato dell’alcol, del poker e del jazz, che insegna alla figlia il piacere del buon vino, l’amore per la letteratura e ad esser sempre – contro tutti i venti e le maree – libera e ribelle. Libera dalle regole, dalle tradizioni, dalle religioni, dagli uomini e dai mariti, da tutti quelli che pensano, ad esempio, che la verginità sia una dote per la donna.
Ma a Beirut è l’inferno. Bombardamenti, massacri, fame, isolamento. Una lunga, agonizzante guerra civile. L’unica legge è quella delle armi. Per gli adolescenti che vivono lì la guerra con la sua adrenalina è una droga, come lo è l’hashish o il sesso che si fa per dimenticare l’orrore o la roulette russa che si prova per sentirsi vivi.
Darina lo sa e sperimenta tutto fino in fondo e fino in fondo paga le conseguenze della sua folle ribellione. Poi una notte, dopo la morte del padre, viene picchiata e rinchiusa dalla sua famiglia in manicomio dove l’unico modo che ha per sopravvivere è fingersi pazza e scrivere su fogli immaginari la sua storia. Questa storia.
Una storia vera, scioccante, autobiografica, raccontata ad alta voce. Pagina dopo pagina, con grazia e determinazione, disincanto e ironia, Darina ricorda, denuncia, grida. Grida la violenza e l’intolleranza, i bombardamenti e gli stupri, il sesso facile e disperato, il ricordo dei tanti uomini goduti e consumati come bottiglie di whisky, le sfide con la morte, il dolore per il padre che ha perduto, il lutto per un paese bellissimo che si sta distruggendo a poco a poco.
Alla fine della lettura Darina è in piedi: una donna fiera e piena di vita pronta a regalarci la sua grande e irrefrenabile gioia di vivere.

«Buonanotte, figlia mia, non so se libereremo Gerusalemme, ma almeno avremo liberato sul serio il tuo seno».

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