Giulio Einaudi editore

Il vizio di parlare a me stessa

Taccuini 1976-1989
Il vizio di parlare a me stessa
Taccuini 1976-1989
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Prima c'è un bicchiere di vino, poi una sigaretta, infine un taccuino su cui scrivere le cose che non si vogliono perdere. Sono i tre vizi di Goliarda Sapienza: ognuno comporta un piacere privato e la gioia di condividere con gli altri un universo di pensieri. Ogni giorno, con il gusto di correre dietro alla vita e di fermarla sulla carta, Goliarda dà forma a un racconto lungo vent'anni.
Ora, finalmente, queste pagine scelte da un materiale sterminato scritto a mano, testimonianza del suo sentire più intimo e segreto, vedono la luce.
Un libro vitale e contagioso come L'arte della gioia.

2011
Supercoralli
pp. XII - 258
€ 20,00
ISBN 9788806203078
A cura di
Prefazione a cura di

Il libro

«Ricordare è tutto: l’etica fondamentale della vita».
È con questa consapevolezza che l’esperimento giocoso di compilare taccuini diventa per Goliarda Sapienza un’abitudine, un esercizio letterario e mnemonico, e infine un vizio di cui non può fare a meno. Anno dopo anno si scopre attenta a riportare tutto quello che più la colpisce, perché poche volte si assiste a «qualcosa di possente e primario», ma con la stessa gioia prende la penna anche solo per ricordare un viso, immortalare un orizzonte viola, appuntare un pensiero trasportato dal vento forte, durante una camminata lungo il mare.
Nelle ottomila pagine di quaderni, agende, fogli irregolari, densi o a volte appena scarabocchiati, si trova la vera voce di Goliarda. Quella riservata a se stessa, intima e diretta, che allo stesso tempo confida al lettore la sua storia, senza omettere nessun dettaglio: gli umori incostanti, gli inciampi e le sorprese nella quotidianità e nella scrittura, gli autori più amati e i viaggi che hanno modificato per sempre la percezione dello spazio. Tra le pieghe degli appunti spiccano poi le riflessioni politiche e l’analisi delle differenze generazionali, che rivelano il cambiamento di una società che inseguendo un’utopia si è ritrovata davanti a una violenta menzogna.
Ma è sicuramente il tocco personale e profondo di Goliarda a illuminare e rendere preziosi i suoi taccuini. Il rapporto unico con la madre, i legami più importanti, gli amici che muoiono troppo presto, il dolore di non aver avuto figli e l’amore pieno per quegli «altri figli», i protagonisti dei suoi libri: prima fra tutti Modesta, che lascia le pagine dell’Arte della gioia per diventare persona in carne e ossa insieme ad Angelo, Citto, il fratello Carlo, Moravia e Zavattini.
Ci sono alcune protagoniste della storia, come Virginia Woolf e Maria Giudice, che hanno «osato entrare fra i grandi senza tradire il loro essere donna».
Con i suoi taccuini, Goliarda Sapienza ci mostra come si raggiunge quest’obiettivo.

«Hai una casa qui, puoi sostare un poco. Hai trovato una cucina che almeno per un’altra ora ti terrà al caldo e ti darà il tempo di ripensare la vita. Che cos’è la vita, se non ti fermi un attimo a ripensarla?»

***

«Ogni dieci anni Goliarda avrebbe riscritto lo stesso romanzo, modificandolo, reinventando se stessa e la propria vita. Ma da viva quasi nessuno ne capì la grandezza, L’arte della gioia venne pubblicato postumo, e Lettera aperta III rimase così, romanzo interrotto, desideroso di essere e tuttavia impossibilitato. A colmarne l’assenza questi taccuini che di Goliarda fanno eroina in lotta contro un Novecento italiano troppo spesso inadeguato»

Tiziana Lo Porto, «la Repubblica»

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