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L’ultimo viaggio di Sindbad
Il capitano di un vecchio battello è al suo ultimo viaggio. Sottocoperta un carico di uomini, donne, bambini aspetta di arrivare alle coste italiane. Fra echi biblici e leggende di mare Erri De Luca narra una storia senza tempo calandola nelle vicende di oggi. Un testo scritto per il teatro che ha l'andamento di un indimenticabile racconto.
Il libro
Dopo il suo fortunato libro di poesia, Erri De Luca ha scritto una seconda «opera sull’acqua», questa volta in forma di racconto teatrale. E anche in questo caso ha incrociato ricordi biblici e letterari con immagini della storia e della cronaca. Il suo Sindbad è una reincarnazione mediterranea del personaggio delle Mille e una notte: un marinaio che ha visto ogni tempesta e ogni bellezza, ma anche le migrazioni primonovecentesche verso le Americhe. È lui a portare i migranti di oggi verso il loro sogno italiano ed europeo. E loro, questi nuovi migranti, riempiono la sua storia di nuove storie, di sogni, di leggende, di incoscienti atti di coraggio. Poi ci sono Giona, Kohèlet, San Paolo, Sheherazade e altre voci ancora, ad allacciare gli uomini alle parole. E poi, soprattutto, c’è il mare, con la sua forza terribile, i riti propiziatori, la sua generosità inattesa.
Un libro di appuntamenti, questo di Erri De Luca: appuntamenti cercati, mancati e trovati. Scritto in una prosa scarna ed evocativa, che fa di una pièce teatrale qualcosa di molto simile a un racconto, ma anche a un libro di poesia.