Giulio Einaudi editore

L’angelo di Avrigue. Vento largo. Attesa sul mare.

L’angelo di Avrigue. Vento largo. Attesa sul mare.
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«Mi piacciono gli emarginati, coloro che hanno una vita nuda, dove tutto è passaggio, transito, clandestinità»

Biamonti è uno scrittore che ha anticipato molti temi oggi diventati di attualità: i migranti e chi li aiuta a passare i confini, il fascino e la storia dei paesaggi abbandonati... Il suo sguardo lirico, la lingua ellittica dei suoi personaggi, il camusiano impegno etico di fronte ai disastri della storia, sono tutti elementi che ne hanno fatto un «piccolo maestro» dallo stile inconfondibile, amatissimo e imitato.

2020
eBook
pp. XIV - 338
€ 10,99
ISBN 9788858434000
Prefazione a cura di

Il libro

Due sono romanzi di terra e uno di mare, ma tutti i personaggi di questi tre libri, contadini o marinai, sono fatti della stessa pasta, che è quella di un’umanità in estinzione, come in via di estinzione sono i paesi sempre piú spopolati da cui provengono, nell’entroterra dell’estremo Ponente ligure. Tutti e tre i protagonisti, Gregorio, Varí e Edoardo, sono sfiorati da figure femminili misteriose, affascinanti quanto sfuggenti. Ma non sarà l’amore, in nessuna delle tre storie, a farli uscire dalla loro solitudine quasi metafisica.

L’orrore che Biamonti prova per la retorica e l’enfasi non gli impedisce di essere scrittore essenzialmente lirico: in questo senso un compositore che potrebbe essergli idealmente accostato è Maurice Ravel, anch’egli squisito orafo di forme perfette la cui forte espressività non è mai sporcata dalla volgarità del sentimentalismo. Proprio come Ravel è in grado di creare universi fiabeschi alternativi al mondo reale con un’esattezza da ricercatore scientifico, cosí Biamonti muove le figure dei personaggi sul palcoscenico di una Liguria magica e carica di mistero descritta con occhio da raggio laser, dove contrabbandieri, passeurs di frontiera ed ex marinai sono accomunati dallo stesso disagio esistenziale e i destini di uomini e donne sembrano attraversarsi senza toccarsi realmente. Diverse tragedie del mondo contemporaneo (droga, traffico d’armi, fuga di migranti, guerre) penetrano gradualmente, pagina dopo pagina, in questo mondo apparentemente isolato da tutto e si insinuano come veleno nelle sue vene. La musicalità trasparente della lingua usata da Biamonti lo rende immediatamente riconoscibile e allo stesso tempo lo pone in una posizione anomala rispetto ai suoi colleghi italiani: lui è tra i pochissimi a saper dosare con gradazione millimetrica le sfumature sonore della sintassi, a essere in grado di orchestrare cosí magistralmente il gioco di pieni e vuoti sulla pagina.
dalla prefazione di Carlo Boccadoro

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