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La Via
Un uomo di mare, senza nome né radici, approda in una remota provincia del sud Italia. Un paese spaccato in due da una Via che è come il mare, luogo di traffici e di trasformazioni, di avventure e di storie che s'intrecciano. Un mondo brulicante, fitto di pettegolezzi e memorie, riti arcaici e squarci di modernità: dove a reggere le fila di tutto è donna Rosita, figura misteriosa e potente, capace di ammantare di un'aura mitica la sua spregiudicatezza e l'intera vita del paese.
Il libro
Fabrizia Ramondino torna al romanzo con un grande affresco di provincia, raccontando le vecchie e le nuove tensioni che percorrono il nostro Meridione.
Un uomo di mare approda ad Acraia, un paese del sud Italia come tanti, dove la vita scorre lenta tra riti collettivi antichi o addirittura arcaici e nuovi bisogni innestati dalle chimere della modernità. Ospite di un amico cui è legato da un patto segreto – un’avventura pericolosa cui entrambi sono sopravvissuti -, quest’uomo di mare, senza nome né radici, si ritrova così al centro di un’enorme tela di ragno intessuta di memorie e pettegolezzi che a poco a poco, nel modo caotico e frammentario proprio della vita, lo coinvolgono e, in qualche modo, lo ancorano alla storia del paese.
Acraia è un microcosmo dove tutto convive in una maglia inestricabile: i vecchi emigranti assiepati davanti ai bar a contemplare quel mondo irriconoscibile che loro stessi hanno contribuito a creare con le loro rimesse; le antiquate botteghe ormai agonizzanti; le nuove attività commerciali che scimmiottano il lusso della città, accentuando i tratti periferici di quell’universo; i giovani finto-emancipati, figli – prima ancora che dei loro padri – della onnipresente televisione; le macerie dell’ultima guerra divenute parte integrante del paesaggio; i venti di una guerra nuova, così vicina eppure così remota nell’immaginario collettivo; le credenze al limite della superstizione; il traffico frenetico della vita moderna concentrato nell’andirivieni di macchine e camion che attraversano incuranti la Via principale, una specie di mare aperto destinato a spaccare il paese, come la sua storia, in due metà indivisibili e incongrue.
Tutto infatti è successo sempre a causa della Via. «Le guerre, i commerci, gli amori, le morti, le lunghe carestie e le improvvise ricchezze, i piccoli intrighi e gli scandali devastanti, le distruzioni e le ricostruzioni, gli esodi e i ritorni»… che in questo romanzo sono racconti in una prosa avvolgente sospesa tra verità storica e mito. Sullo sfondo, infatti, aleggia sempre una vicenda segreta e indecifrabile che ruota attorno a tre presunti generali – sopravvissuti all’ultima guerra mondiale – e a una donna misteriosa, Rosita. Una sorta di Giano bifronte dalle cui mani è passato tutto il bene e tutto il male, tutta la sopraffazione e tutta la voglia di riscatto degli Acraiani, che sul suo fascino indecifrabile e sinistro hanno finito per costruire una propria peculiare mitologia capace di conciliare e nobilitare la storia di una delle tante mai redente province del Sud.