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Baldo
Baldo prende la parola per dire il mondo a modo suo. La caccia
agli aironi, i lunghi pomeriggi malinconici, l'amicizia con i
gatti, e il dolore per i distacchi dal venerato padrone.
La vita di un uomo agli occhi del suo cane può riservare molte
sorprese. E viceversa. Perché, come c'insegna il protagonista,
«se noi ci perdiamo quel che accade in "alta quota", voi vi
perdete quel che accade rasoterra».
Il libro
Baldo è un cane tra gli altri, che attende il suo padrone. Ed ecco che in una frizzante mattina di settembre arrivano Uomo e Donna. E lo scelgono. È una scelta affidata al caso, frettolosa e superficiale, eppure in ballo c’è un’intera vita da trascorrere insieme.
Così Baldo inizia a fare esperienza del mondo umano, pieno di ossessioni e di meccanismi astrusi e lambiccati. Poco alla volta comprende che gli uomini sono prigionieri di catene invisibili che li riportano sempre al punto di partenza.
La dimensione da cui ci osserva, con occhio ironico e compassionevole, è quella di un presente assoluto, dei piccoli gesti che si ripetono, delle meravigliose scoperte legate alla semplicità dei sensi. Ma nella naturale accettazione del mondo per come è si nascondono considerazioni venate di profonda e involontaria saggezza che Baldo suggerisce al padrone, Uomo, invitandolo a disfarsi degli inutili fantasmi che accompagnano le sue giornate.
Col passare degli anni, la speciale sintonia che li unisce produce un desiderio di sconfinamento l’uno nell’altro, un rapporto privilegiato, fatto di silenzi e dialoghi che si affidano all’ambiguo «gioco degli occhi», e che si realizza in uno spazio nuovo, a mezza via: quello della «felice confusione tra specie diverse».