Giulio Einaudi editore

Le avventure di Guizzardi

Copertina del libro Le avventure di Guizzardi di Gianni Celati
Le avventure di Guizzardi
Mondadori Store Amazon IBS La Feltrinelli Librerie.Coop
1975
Nuovi Coralli
pp. 167
€ 7,75
ISBN 9788806415334

Il libro

Le avventure di Guizzardi è il secondo romanzo di Gianni Celati, bolognese, nato nel 1937, critico e traduttore, fra gli altri, di Céline. Premio Bagutta 1974, racconta le peripezie di un «senza famiglia» in un mondo popolato da donne temibili, indovini, giganti irascibili, vecchi laidi e taccagni, fantasmi scorbutici e violinisti matti. Ecco alcuni dei giudizi della critica che lo accolsero al suo apparire (1973). «Guizzardi è un “Pierrot lunaire” ingenuo, innocente, completamente fuori da una realtà che lo terrifica e lo distrugge… La visione stravagante del Celati si colloca, agevolmente e agilmente, tra la compagnia della “ligèra” e la variopinta “troupe” di Mack Sennett».

Pietro Bianchi

«Celati è il frutto piu saporito di quella che meglio si chiamerebbe la “controcultura” degli Anni Sessanta».

Walter Pedullài

«Già critico eccezionale, Gianni Celati, con Le avventure di Guizzardi, si afferma eccezionale scrittore»

Paolo Milano

«Guizzardi è un sottoproletario, parla come un deficiente emarginato dalla società e dalla scuola, si muove con gli stessi automatismi difensivi dei comici dei film: Charlot, Buster Keaton, Harry Langdon. È una vittima inconsapevole, anzi crede di essere il forgiatore del proprio destino. In realtà è una marionetta mossa dai fili di una volontà sociale che lo sovrasta,incommensurabilmente».

Giuseppe Bonura

«Il linguaggio di Guizzardi è il linguaggio di un’assoluta corporalità: non solo perché, sebbene spesso composto di spezzoni malintesi e deformati di linguaggi “nobili”, rifiuta ogni appoggio interpretativo su schemi intellettuali o psicologici, ma soprattutto perche la sua articolazione sintattica, nell’estrema goffaggine, assurdità, protervia che ostenta, “comunica” immediatamente come potrebbe fare una smorfia, un gesto, un lazzo».

Giuliano Gramigna