Giulio Einaudi editore

Metafisica della peste

Colpa e destino
Metafisica della peste
Colpa e destino
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«Perché una metafisica della peste? Perché la peste è un fenomeno della natura, che però non può essere spiegato su base puramente naturale. C'è qualcosa di fatale, nella peste, qualcosa come un destino».

Sergio Givone, Metafisica della peste

2012
Piccola Biblioteca Einaudi Ns
pp. XVIII - 206
€ 22,00
ISBN 9788806208073

Il libro

Questo libro parla di quasi niente.
Di un quasi-niente che riguarda ogni essere umano e che, aduso com’è al (diabolico?) camuffamento, ci giunge qui celato sotto la doppia maschera del morbo piú celebre della storia e della finzione letteraria, che di quel morbo fa metafora, canto, fabula. Le voci antiche e recentissime (da McCarthy a Lucrezio, a Camus, a Poe, a Leopardi…) che si susseguono e si richiamano «in eco» da queste pagine sono altrettante declinazioni di un’unica domanda, che è poi il quesito fondamentale di ogni filosofia: perché? Perché siamo al mondo, se dobbiamo morire? Specie se la morte può arrivare nella forma di una catastrofica, immotivata e noncurante malattia che appare e scompare senza senso alcuno. Una malattia che uccide, ma che può far di peggio, lasciando le sue vittime «solo» vive, nude e private di qualunque parvenza di civile umanità. Perché anche l’umanità può rivelarsi una maschera. Siamo qui per scontare una colpa? Magari solo quella di essere? È un’ipotesi amara, che però lascia spazio alla speranza, alla scintilla divina che scopre un senso possibile nel cuore stesso del non-senso. Oppure non c’è alcun destino e nessuna colpa? La natura è una macchina demente, il cielo è vuoto, e il niente la vince sul quasi-niente.

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